Ricordando Frances LoJacono
deceduta il 9 agosto u.s. e che
in questi giorni avrebbe compiuto 107 anni.
Non v’e’ dubbio che ai nostri giorni non e’ improbabile registrare che l’aspettativa di vita continua (mediamente) ad aumentare e gli studi scientifici sono puntati a capire su cosa si regga l’ipotesi della longevità e sul suo rovescio, l’invecchiamento. Nei discorsi da piazza non è improbabile sentir dire che ciascun essere porta dentro di sé una specie di timer, una specie di orologio biologico, che determina la durata della vita. La scienza esclude queste affermazioni da piazza e non cessa di lavorare nella ricerca scientifica per cercare quel gene della longevità. Si tratta di studi “di frontiera” che potrebbero essere prossimi a riuscire a svelare il meccanismo della vita. In ogni caso si tratta di studi che ci aiuteranno a comprendere i fattori che sono, o meno, dannosi alle cellule della materia vivente.
Più riviste ai nostri giorni fissano quale traguardo -ad oggi invalicabile- quello dei 120 anni. Ricordando, ancora, il prof. Veronesi, ci piace riportare una sua convinzione: …gli esseri viventi invecchiano e muoiono per lasciare spazio alle generazioni successive, e questo è un bene, il contrario sarebbe una catastrofe. Ma francamente non vedo nulla di male nell’incentivare le ricerche volte ad ottenere una vita lunga e a realizzare nel concreto uno slogan pieno di promesse: dare più anni alla vita e più vita agli anni.
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