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martedì 4 febbraio 2025

2025. Fra rievocazioni e attualità

Il ‘900: Il secolo in cui tanti di noi -plurimaggiorenni- siamo nati

Tra il 1861 e il 1985 dall'Italia sono partiti quasi
30 milioni di emigranti. Come se l'intera
popolazione italiana di inizio Novecento se
ne fosse andata in blocco.
La maggioranza
degli emigranti italiani, oltre 14 milioni, partì
nei decenni successivi all'Unità di Italia,
durante la cosiddetta "grande emigrazione"
 (1876-1915).




  All’inizio del ‘900 a Palermo sorse, fu inaugurato un nuovo giornale-quotidiano, L’ORA, voluto da Ignazio Florio (è stato un imprenditore palermitano, 1868-1957) e diretto dal cav. Morello, figura di giornalista fra i più autorevoli del suo tempo. Il giornale sin dall’origine ha sempre mantenuto un orientamento democratico-radicale fino a sperimentare periodi di sinistra comunistoide. All’esordio esordì con oltre 50mila copie giornaliere.

  Sempre in quell’inizio del Novecento fu inaugurata, a Palermo, “Villa Igea” quale stazione climatica per la cura della tubercolosi, diretta dal prof. Cervello. Ed ancora, con grande sfarzo e interesse del mondo imprenditoriale italiano di allora, fu inaugurata la grande Esposizione Universale, occasione che richiamò espositori ed imprenditori da ogni parte del mondo.

  Promotore di tutte quelle iniziative di crescita e sviluppo socio-economica fu il cav. Ignazio Florio, figura di grande industriale di larghe vedute a cui, però, non è seguita nei decenni successivi una classe di imprenditori all’altezza. Con lui i Florio primeggiarono in Italia in più campi: industria navale, zolfi, enologia, metallurgia, navigazione, conserviera, chimica, tessile, alberghiera, pesca, editoria, commercio.  Da quell’inizio ‘900 fu pure avviato il servizio postale giornaliero, via mare, fra Napoli e Palermo.

  Il Novecento portò novità a Contessa? fermo restando che allora come oggi, il nostro paesino alle pendici di Brjgnet, si era già svuotato per l’innarrestabile migrazione verso New Orleans, proprio  come nei decenni più recenti continua a svuotarsi, in conseguenza dell’emigrazione verso Svizzera, Germania e Francia e Nord Italia. 

  La differenza rispetto ai decenni trascorsi e’ che prima emigravano contadini, operai e artigiani, oggi emigrano dalle aree interne dell’Isola laureati e professionisti già formati.

  L’incredibile della situazione e’ che ne’ i politicanti privi di vista ne’ i politici allenati alle furbizie mostrano di accorgersi che in Sicilia esistono realtà, paesini, con una potenziale di  capienza abitativa di ottomila persone e che invece sono ridotti a contenerne, più o meno, un migliaio. 

   Insensibilità politica o altro?

  (Segue)

 

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