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domenica 16 febbraio 2025

La domenica serve anche per riflettere

La cultura pagana ed il primo Cristianesimo (IV) 

Lo stile di vita dei cristiani delle origini destava diffidenza e tante calunnie da parte dei pagani che li ritenevano responsabili di sacrilegi orribili tanto da suscitare la vendetta degli dei con epidemie e carestie. Riportiamo, di seguito, una fonte di difesa di parte cristiana. Il testo è tratto dal dialogo Ottavio, 8-9 di Minucio Felice; Riporta le accuse, in altra pagina riporteremo il modo di controbattere.

Minucio Felice: cristiani, raccogliendo dalla feccia più ignobile i più ignoranti e le femminette, facili ad abboccare per la leggerezza del loro sesso, mettono su una congrega empia di gente, che si collega non con un rito, quale esso sia, ma piuttosto con una sacrilega parodia di rito perpetrata a mezzo di riunioni notturne, di liturgici digiuni e di cibi ripugnanti, formando una genia che ama acquattarsi e odia la luce del giorno, che è muta al pubblico e ciarla negli angoli più riposti: guardando sdegnosamente ai templi come fossero sepolcri, irridono agli dei, scherniscono i sacri riti, nella loro miseria osano commiserare (…) i sacerdoti, disprezzano gli onori e la porpora, essi che sono quasi nudi! Puah, che stupefacente stoltezza, che incredibile sfrontatezza. Arrivano a non curarsi delle torture  di questa vita e, temono di morire dopo la morte, non temono di morire al presente: così in loro il terrore  dei tormenti di quaggiù è lenito dalla fallace speranza di una resurrezione confortatrice dopo la morte.

E ormai, poiché i germi della malvagità sono più rapidi a pullulare, diffondendosi ogni giorno di più la dissolutezza, si vanno corroborando per tutto il mondo i tenebrosi ritmi dell’empia congrega. Cospirazione degna d’essere rivelata a fondo e marchiata d’infamia! Si riconoscono per mezzo di cenni e contrassegni segreti e sentono sorgere affetto gli uni per gli altri quasi prima di riconoscersi: a poco a poco si intreccia fra costoro una specie di libidinoso legame che li spinge a chiamarsi  indistintamente fratelli e sorelle in modo che la fornicazione , solita ad essere praticata da loro, acquisti, merce’ l’intervento  di quel sacro nome, il sapore di un incesto. (…) Ho inteso dire che essi, in base a non so quale sciocca credenza, adorano, una testa d’asino, della più spregevole, cioè, delle bestie; o religione veramente degna di simili riti, dato che con essi s’e’ formata! (…) E chi ci viene a raccontare che un uomo punito per un suo delitto con la pena suprema e il legno di una croce  costituiscono la lugubre sostanza della loro liturgia attribuisce in fondo a quei ribaldi senza legge il rituale che meglio loro s’addice, cioè addita a oggetto della loro adorazione ciò che essi meriterebbero. E, per finire, ciò che si dice sul modo con cui essi iniziano i servizi e’ altrettanto esecrabile quanto risaputo. Un fanciullino, ricoperto di farina per sorprendere gl’inesperti , vien presentato all’iniziando. E questi, ingannato dal rivestimento di farina, credendo quindi di essere invitato a vibrare colpi innocui, uccide il fanciullo con ferite impresse alla cieca, inconsciamente. E gli astanti -orribile sacrilegio!- leccano avidamente il sangue del piccino, se ne spartiscono le membra a gara, stringono fra loro un sacro patto per mezzo di questa vittima, s’impegnano vicendevolmente al silenzio con questa correità! Queste son le loro cerimonie, più spaventose di qualsiasi sacrilegio.

Minucio Felice

Fu scrittore cristiano (secc. 2º-3º), autore dell'Octavius, un dialogo di intonazione e stile ciceroniani, in cui il cristiano Ottavio difende contro il pagano Cecilio (arbitro Minucio) il cristianesimo dalle accuse pagane, fino a convertire il suo contraddittore; la scena si svolge a Ostia. Ottavio mostra la ragionevolezza della nuova fede usando testimonianze e aspirazioni espresse dagli autori pagani;



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Una riflessione dei nostri giorni

John P. Meier  

teologo americano, docente di teologia alla Notre Dame University, 

considerato uno dei più grandi studiosi del Gesù storico


Il primo e più importante ‘testimone’ potenziale della vita e dell’attività di Gesù e’ un giudeo aristocratico, politico, soldato, opportunista e storico, Giuseppe ben  Mattia (37/38 d.C. - poco dopo il 100). Conosciuto  come Flavio Giuseppe, nome assunto dai suoi protettori, gli imperatori della famiglia dei Flavi (Vespasiano e i suoi figli Tito e Domiziano), scrisse due grandi opere: (1) La guerra giudaica, iniziata negli anni immediatamente seguenti la caduta di Gerusalemme nel 70 d.C. , e la molto più lunga (2) Antichità giudaiche, scritta circa nel 93-94. Entrambi i libri, almeno in alcune versioni, contengono passi che menzionano Gesù. Il problema è che almeno un passo  e’ certamente un prodotto cristiano  posteriore. La domanda è: sono spuri anche gli altri passi?
(Segue)

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