Come il cristallo anche la politica è formata da diverse sfaccettature sebbene rimanga un fenomeno dotato di una propria coerenza
Ci piace proseguire, sulla scia delle più recenti pagine sul blog, nello scandagliare il contenuto e il significato di alcuni termini, di alcune espressioni, di vasto impatto nel vivere di coloro che al “vivere” hanno dato e continuano a dare un significato. Un significato molto al di là del semplice mangiare, bere, dormire e, peggio di tutto, apparire.
* * *
L’IMPEGNO POLITICO
Vari, troppi, sono i significati che al dedicarsi alla politica vengono dati.
1) A definire la "politica" per primo in Occidente è stato Aristotele che si è attenuto all'etimologia del termine. "Politica", per lui, significava l'amministrazione della "polis", della città, per il bene di tutti. In un certo senso con quel termine egli individuava la determinazione di uno spazio pubblico al quale tutti i cittadini partecipano.
2) Non è affatto semplice, come Aristotele lascerebbe intendere, però definire cosa sia l’impegno politico e dove esso miri. Per i massimi pensatori politici più recenti, Max Weber e Carl Schmitt, non è comunque mai possibile, in politica, essere neutri. Non esiste il poter essere né di destra né di sinistra, né conservatori né progressisti, né autoritari né democratici, né liberali né socialisti.
3) Certo, assistiamo nei centri di periferia, ma anche ai livelli superiori della vita pubblica, a salti di banchi per cui un identico personaggio oggi possiede un volto e domani si traveste diversamente. Oggi porta alla comunità un messaggio e domani ne esalta uno contrario. E così facendo non solo appare refrattario all’intera filosofia politica moderna ma strappa (o meglio) egli stesso dichiara di non saper cogliere la forma stessa della filosofia politica, intesa come la prescrizione normativa di determinati valori o comportamenti, a partire dalla concezione generale.
Nota: Siccome non è la stessa cosa essere di destra o di sinistra, liberale o socialista, o più prosaicamente Pd o Fi, 5Stelle o FdI, contiamo, nel tempo prossimo di tratteggiare il quadro che la scena politica italiana propone. Contiamo sopratutto di dover entrare e cogliere l’animo posto nel messaggio che la Costituzione repubblicana propone per il vivere nella libera scelta di ciascuno.
= =Chi sono i reazionari
Ossia coloro che sono favorevoli al ripristino di un assetto sociale e politico storicamente superato. Coloro decisamente ostili a qualsiasi spinta o tendenza innovatrice e progressista sul piano politico-sociale.
1) Per Zygmunt Bauman, (Poznań, 19 novembre 1925 – Leeds, 9 gennaio 2017) è stato un sociologo, filosofo e saggista polacco naturalizzato britannico:
Il totalitarismo, nella definizione epigrammatica, di Hannah Arendt, e’ “rendere gli esseri umani superflui”: eccedenti, da usare e gettare.
2)Per E. M. Cioran, Saggista e filosofo rumeno, nato a Răşinari (Sibiu, Transilvania) l'8 aprile 1911, morto a Parigi il 20 giugno 1995:
Spesso il reazionario non è che un saggio abile, un saggio interessato, il quale, sfruttando politicamente le grandi verità metafisiche, indaga senza debolezza né pietà il retroscena del fenomeno umano per renderne pubblico l’orrore. Un profittatore del terribile, il cui pensiero -irrigidito per calcolo o per eccesso di lucidità- minimizza o calunnia il tempo. Diversamente generoso, perché diversamente ingenuo, il pensiero rivoluzionario. Sfida lanciata all’idea del peccato originale: tale appare il senso ultimo delle rivoluzioni. Prima di procedere alla liquidazione dell’ordine stabilito, esse vogliono affrancare l’uomo dal culto delle origini cui lo condanna la religione; ci riescono solo scalzando gli dei, affievolendone il potere sulle coscenze. Sono infatti loro, gli dei, che incatenandoci ad un mondo anteriore alla storia, ci fanno disprezzare il Divenire, feticcio di tutti gli innovatori, dal semplice mugugnatore all’anarchico.
= =
Nessun commento:
Posta un commento