La cultura pagana ed il primo Cristianesimo (IIl)
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L’Impero romano tra paganesimo e cristianesimo Gli imperatori che si susseguirono nella fase che precede la fine dell’Impero d’Occidente si trovarono nella condizione di confrontarsi con la religione cristiana e con i suoi fedeli. Diverse furono le politiche messe in atto, così come furono differenti gli atteggiamenti assunti sia verso i fedeli sia verso il credo di questa nuova religione. |
Esistono ancora oggi due significativi rescritti (= risposte scritte che gli imperatori davano su questioni di diritto ai loro sottoposti), in cui ne’ Traiano ne’ Adriano manifestano ostilità nei confronti dei cristiani e ancor meno danno adito ad una politica repressiva. Traiano esplicita in maniera chiara che i cristiani non devono essere ricercati e se vengono denunciati, vanno condannati solamente se la denuncia è firmata ed essi comunque non abiurano. Adriano, da parte sua, scrive ancora che l’accusatore deve stare in giudizio di persona e se le sue accuse risultano infondate e’ lui a dover subire la condanna.
Chiaramente fino al governo di Adriano (anno 138 d.C.) i cristiani attraversano un periodo di rischio e precarietà, non ancora uno stato di persecuzione. Essi stanno, comunque, avviando una fase di presentazione alla società pagana di esposizione delle proprie convinzioni e di difesa dalle accuse via via sempre più gravi ed pure infondate.
Quando si è ormai nel periodo e nella generazione successiva agli Apostoli la preoccupazione dei cristiani è quella di carattere prevalentemente liturgico, morale e disciplinare e cominciano a diffondersi liturgie, istruzioni morali e disciplinari, lettere e omelie rivolte agli aderenti, alle comunità, fino alla fase storica in cui le figure cristiane non si rivolgono più ai loro fedeli ma al pubblico pagano per esortarlo a convertirsi.
Si perviene quindi al periodo di un vero e proprio confronto culturale che vede gli stessi cristiani assumere alcune posizioni della cultura e del pensiero ellenistico (= una nuova società multirazziale, multiculturale e cosmopolita, unita nell'adozione della lingua greca comune “chiamata koiné”. I caratteri principali della società ellenistica erano il cosmopolitismo e la creazione di più centri di irradiazione culturale).
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Una riflessione dei nostri giorni
Gianfranco Ravasi
Gli storici romani. Il testo più importante è antico e’ la lettera che, attorno al 111-113 , Plinio il Giovane, allora governatore in Bitinia (Turchia occidentale), scrive all’Imperatore Traiano, denunciando la “pertinacia e inflessibile ostinazione” di un movimento che si riunisce “in un giorno stabilito”, prima dell’alba” per proclamare “un canto a Cristo come Dio” (Epistulae 10,96) . Altre tracce sono reperibili in Epitteto, Marco Aurelio, Frontone, Luciano, Celso, mentre fondamentale è il passo su Gesù presente nell’opera Antichità giudaiche (XVIII, 63-64) dello storico giudeo-romano Giuseppe Flavio, contemporaneo di Paolo.
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