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domenica 9 febbraio 2025

La domenica serve anche per riflettere

  La cultura pagana ed il primo Cristianesimo (IIl)

L’Impero romano
 tra paganesimo e
cristianesimo

Gli 
imperatori che si susseguirono nella
fase che precede la fine dell’Impero
d’Occidente
 si trovarono nella condizione
di 
confrontarsi con la religione cristiana
e con i suoi fedeli
. Diverse furono le
politiche messe in atto, così come
furono differenti gli atteggiamenti assunti
sia verso i fedeli sia verso il credo di
questa nuova religione. 






 La reazione della cultura pagana nei confronti dei cristiani, fino ad una certa fase del loro diffondersi, non provoca ancora alcuna “persecuzione”. Gli imperatori Traiano e Adriano non ritennero per nulla pericolosa la nuova religione per gli interessi dell’Impero. Moralmente inaccettabile lasciavano intendere, ma per nulla pericolosa per la politica dell’Impero.
 Esistono ancora oggi due significativi rescritti  (= risposte scritte che gli imperatori davano su questioni di diritto ai loro sottoposti), in cui ne’ Traiano ne’ Adriano manifestano ostilità nei confronti dei cristiani e ancor meno danno adito ad una politica repressiva. Traiano esplicita in maniera chiara che i cristiani non devono essere ricercati e se vengono denunciati, vanno condannati solamente se la denuncia è firmata ed essi comunque non abiurano. Adriano, da parte sua, scrive ancora che l’accusatore deve stare in giudizio di persona e se le sue accuse risultano infondate e’ lui a dover subire la condanna.
Chiaramente fino al governo di Adriano (anno 138 d.C.) i cristiani attraversano un periodo di rischio e precarietà, non ancora uno stato di persecuzione. Essi stanno, comunque, avviando una fase di presentazione alla società pagana di esposizione delle proprie convinzioni e di difesa dalle accuse via via sempre più gravi ed pure infondate.

 Quando si è ormai nel periodo e nella generazione successiva agli Apostoli la preoccupazione dei cristiani è quella di carattere prevalentemente liturgico, morale e disciplinare e cominciano a diffondersi liturgie, istruzioni morali e disciplinari, lettere e omelie rivolte agli aderenti, alle comunità, fino alla fase storica in cui le figure cristiane non si rivolgono più ai loro fedeli ma al pubblico pagano per esortarlo a convertirsi.
 Si perviene quindi al periodo di un vero e proprio confronto  culturale che vede gli stessi cristiani assumere alcune posizioni della cultura e del pensiero ellenistico (= una nuova società multirazziale, multiculturale e cosmopolita, unita nell'adozione della lingua greca comune “chiamata koiné”. I caratteri principali della società ellenistica erano il cosmopolitismo e la creazione di più centri di irradiazione culturale).

*  * * 

Una riflessione dei nostri giorni

Gianfranco Ravasi

Gli storici romani. Il testo più importante è antico e’ la lettera che, attorno al 111-113 , Plinio il Giovane, allora governatore in Bitinia (Turchia occidentale), scrive all’Imperatore Traiano, denunciando la “pertinacia e inflessibile ostinazione” di un movimento che si riunisce  “in un giorno stabilito”, prima dell’alba” per proclamare  “un canto a Cristo come Dio” (Epistulae 10,96) . Altre tracce sono reperibili in Epitteto, Marco Aurelio, Frontone, Luciano, Celso, mentre fondamentale è il passo su Gesù presente nell’opera Antichità giudaiche (XVIII, 63-64) dello storico giudeo-romano Giuseppe Flavio, contemporaneo di Paolo.

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