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sabato 25 luglio 2020

25 Luglio

25 Luglio 1943 

Fine del Fascismo come forma istituzionale e regime legittimo.


Il 1943 è l'anno della svolta della seconda guerra mondiale. Sul fronte orientale inizia la controffensiva dell'Armata Rossa, che vince la lunga e difficile battaglia di Stalingrado (31.1.-2.2.1943). Nello scacchiere meridionale si ha, nel maggio di quell'anno, la capitolazione definitiva delle truppe italo-tedesche in Africa. Immediatamente dopo, gli Alleati sbarcano in Sicilia, iniziando così lo sfondamento della “fortezza Europa”.

In Italia, gli scioperi del marzo 1943, il bombardamento di Roma del luglio e la caduta, nello stesso mese (25.7.1943), del fascismo, fanno precipitare la situazione. Il paese è al tracollo, la guerra è persa su ogni fronte e l'Italia si arrende: il 3 settembre viene stipulato l'armistizio con gli Alleati. Verrà divulgato il successivo 8 settembre.

Venticinque luglio e otto settembre 1943 sono due date cruciali nella storia d'Italia. Nella notte tra il 24 e il 25 luglio il Gran Consiglio del Fascismo approva con 19 voti favorevoli, 7 contrari e 1 astenuto, l'ordine del giorno presentato da Dino Grandi che esautora Mussolini dalle funzioni di capo del governo. Poche ore dopo l'ormai ex duce è fatto arrestare e imprigionare dal re Vittorio Emanuele III. Il 25 luglio segna dunque la data della fine del fascismo come forma istituzionale e regime legittimo. Non è, tuttavia, la fine del fascismo tout court, che di lì a pochi giorni si riproporrà in una nuova veste alla guida della Repubblica Sociale Italiana, al cui vertice sarà lo stesso Benito Mussolini.

Il maresciallo Pietro Badoglio, nominato dal re capo del governo lo stesso 25 luglio, si affretta a reprimere gli entusiasmi popolari e annuncia alla nazione che “la guerra continua”:

Il 25 Luglio 1943

Il Messaggio agli Italiani di Badoglio

“Italiani! Per ordine di Sua Maestà il Re e Imperatore assumo il Governo militare del Paese, con pieni poteri. La guerra continua. L'Italia, duramente colpita nelle sue provincie invase, nelle sue città distrutte, mantiene fede alla parola data, gelosa custode delle sue millenarie tradizioni. Si serrino le file attorno a Sua Maestà il Re e Imperatore, immagine vivente della Patria, esempio per tutti. La consegna ricevuta è chiara e precisa: sarà scrupolosamente eseguita, e chiunque si illuda di poterne intralciare il normale svolgimento, o tenti turbare l'ordine pubblico, sarà inesorabilmente colpito. 

Viva l'Italia. Viva il Re”.

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