Papa Benedetto XIV promulga l’enciclica Allatae sunt, sul rispetto dei riti orientali.
Frequentemente nel corso della storia la sopravvivenza dei "riti cattolico/orientali" è stata messa in pericolo dal rischio di essere fagocitati dalla più forte
tradizione latina.
Non poche sono state le occasioni in cui parte della Gerarchia latina ha
tentato di latinizzare queste Chiese.
Dal punto di vista giurisdizionale i Pontefici, con i limiti culturali propri del
tempo, hanno emesso tre fondamentali documenti:
-- la Costituzione Etsi Pastoralis del 26
maggio 1715
,
--la Lettera Enciclica Demandatam coelitus del 24 dicembre 1716
--la Costituzione
Allatae sunt del 26 luglio 1755 di Benedetto XIV,
nel tentativo, non sempre riuscito, di salvaguardare la sopravvivenza
di queste Chiese (il più delle volte dagli attacchi di esponenti della gerarchia latina), riconoscendo sin
da subito il diritto alla conservazione dei propri riti liturgici e della propria disciplina (in particolare la
presenza di presbiteri uxorati) e poi con il tempo una crescente autonomia di governo.
Riguardo alle ingerenze dell’Autorità pontificia nella vita di queste Chiese in alcuni casi vi sono state, e pure penetranti e umilianti, nominando Vescovi latini e facendoli passare per orientali.
Non può tuttavia dimenticarsi come questa via talvolta abbia salvaguardato queste Chiese, sia dalla debolezza delle rispettive gerarchie, che dall’invadenza di quella latina.
Con il Vaticano II si è posto fine (forse) allo stato
di subalternità delle Chiese orientali cattoliche alla Chiesa latina, grazie soprattutto ai principi
affermati in Lumen Gentium e, soprattutto, nel Decreto Conciliare Orientalium Ecclesiarum.
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