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domenica 26 luglio 2020

Il presente e la memoria. È o no un dovere trasmettere il passato ? (1)

Attribuire tutte le colpe dei nostri giorni ridimensionati al coronavirus non è corretto. Da discreti osservatori, pur vivendo in piccoli centri come è Contessa, ci accorgiamo che siamo inseriti in un processo umano che a ritmi accellerati ci sta facendo dimenticare, o comunque tralasciare abitudini consolidate, riferimenti politici e culturali (pure etici) che avevano segnato il modo di essere fino a non molto tempo fa. 
Non sta cambiando solamente il nostro modo di vivere, sta cambiando il nostro modo di pensare, e sopratutto di raccordarci agli altri, compresi quelli che ci sono stati vicini fino a ieri. La memoria del passato, dice Corrado Augias in uno dei suoi innumerevoli libri, serve a mettere i fatti in prospettiva, tracciare un percorso, individuare le cause e i loro effetti, fornire un punto d'orientamento. In pratica se la società dimentica da dove viene difficilmente riuscirà a creare un futuro luminoso ai suoi figli, a coloro che verranno. 
Eppure con la scusa del coronavirus stiamo rischiando di evitare la trasmissione delle ricorrenze, dei momenti caratterizzanti l'oggi a chi ci sostituirà nella realtà di domani. Ci riferiamo -nello scrivere questa riflessione- tanto alla grande cultura e/o politica nazionale quanto ai punti di orientamento della vita civile dei piccoli centri, Contessa ovviamente. Il futuro, da sempre, nella storia dell'umanità ha sempre implicato alle generazioni che la precedono il dovere di trasmettere il passato, prima che tutto finisca travolto da un nuovo, da un diverso mondo a cui verranno a mancare solide radici su cio' che è stato. 
La riflessione qui riportata, ispirata anche -come dicevamo- da un testo di Augias, si riferisce certo al vasto mondo politico, culturale ed umano nazionale, ma vale -e sopratutto- per il piccolo mondo contessioto dove assommando all'inarrestabile -e per nulla attenzionato da chi dovrebbe- flusso migratorio pure la carenza di socialità dovuta al coronavirus di questi mesi stanno venendo meno, fra altre, anche le tipiche esternazioni dell'arbrescita' locale, che siano di impronta religiosa o civile. 
Sappiamo tutti che il tempo segue i suoi ritmi e prima o dopo ci consegnerà un nuovo mondo, ma sarebbe grave dimenticare che tocca a noi, all'attuale generazione, preservare e consegnare quanto in precedenza abbiamo ricevuto.

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