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sabato 4 luglio 2020

4 Luglio

4 Luglio 1807

Nasce a Nizza l’Eroe dei due mondi, Giuseppe Garibaldi.


L’appellativo è dovuto alla sua partecipazione alle rivolte in Sud America (in Brasile al fianco dei separatisti della Repubblica Rio-Grandense contro l’Impero del Brasile, poi in Uruguay nella Guerra Grande) e alle guerre d’indipendenza italiane. 


Le azioni di Garibaldi e dei suoi discendenti dal 1870 al 1914 sono appunto contrassegnate da questo valore, in particolare quando, nei due anni riportati, vi fu l’intervento di una Legione Garibaldina a favore della Francia in gravissime difficoltà militari di fronte al dilagare delle armate Prussiane prima e dell’Impero Germanico poi. In entrambi i casi nulla rendeva tale intervento un salire sul carro del vincitore, tutt’altro. Specialmente nel 1870 la situazione era disastrosa per i francesi sotto tutti gli aspetti e Garibaldi si era espresso con la consueta violenza verbale nei confronti del referendum imperiale di Napoleone III.

Ma il nostro eroe corse in aiuto della Francia: quando verrà nominato senatore di Francia – carica che gli fu poi tolta – Victor Hugo lo definirà “l’unico generale che ha battuto i prussiani”. (dalla rivista di geopolitica Limes)  

3 commenti:

  1. Senza nulla togliere all'immensa figura storica di Garibaldi, ne sminuire l'epopea garibaldina che diede origine (semplicisticamente) all'Italia unità, mi chiedo e vi chiedo lettori del blog: E' poi vero che la "necessaria" unità sia stata perseguita dai Savoia per il nobile ideale di una nazione italiana finalmente grande e unita? O piuttosto il Regno delle due Sicilie faceva gola per rimpinguare le casse non proprio floride delle casse del regno di Piemonte? Il meridione ottenne condizioni di vita migliori rispetto a quelle avute sotto i Borbone? Uno dei temi più cari a questo blog riguarda il fenomeno migratorio che sta spopolando il sud Italia. Non è vero che tale fenomeno ha inizio proprio con l'unita d'Iitalia? Dobbiamo porci ancora tante domande. Partendo dai Savoia in poi chi ha governato non ha puntato ad uniformare la crescita dell'unica nazione italiana e ciò mi fa pensare che ciò che il sud è oggi lo deve alla modalità con la quale si è fatta l'Italia. Forse Garibaldi non sarebbe dovuto nascere a Nizza ma a Marsala e l'Italia si sarebbe dovuta fare partendo da Sud, al contrario; probabilmente oggi il meridione non sarebbe stato la periferia di una nazione che probabile Garibaldi aveva immaginato diversa. Forse!

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  2. Giovanni tocca problematiche sull'unificazione dell'Italia non nuove. Tantissimi storici e moltissimi libri assecondano in vari modi il pensiero da lui focalizzato.
    I libri di storia su cui abbiamo studiato ci dipingono i Borboni come degli incapaci. E probabilmente proprio cosi non doveva essere se è vero che nei primi decenni dell'Ottocento il tenore di vita fra meridione e settentrione non differiva.
    Il divario comincio' a sorgere nella seconda metà dell'Ottocento e persiste stranamente ancora oggi.
    Però qui c'entra la responsabilità della classe politica meridionale, da Crispi ai Crocetta/Cuffaro etc.

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  3. Nei cinque anni successivi all'unità d'italia i telai in Sicilia passano da dodicimila a settecento e tutto il comparto tessile dal sud viene trasferito a Biella (cito un intervista ad Andrea Camilleri che avrà consultato delle fonti attendibili) e l'imposizione fiscale del nuovo regno non fu certo piű bassa rispetto quella borbonica. Fermo restando l'incapacità politica di chi ha governato il sud penso che una grande responsabilità spetta alle grandi menti (a partire da Cavour) che dal nord hanno "deciso" come l'Italia unita doveva essere fatta. Oggi, in un epoca in cui in America stanno mettendo, per altri motivi, in discussione i padri della patria per arrivare fino a Cristoforo Colombo, che a dire la verità neanche la voleva "scoprire" l'america, forse anche in Italia si dovrebbe iniziare una serena ma seria discussione sui nostri padri della patria per capire gli errori e spingere su una politica con la P maiuscola che possa colmare il divario originato da quegli errori.

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