La sede da Ceirano nel 1923 si sposta ufficialmente al Lingotto di Torino. Nel frattempo cambia anche la composizione societaria, con Giovanni Agnelli che rileva le quote degli altri fino a diventare l’unico proprietario. Il suo grande rischio non fu quello industriale: fu quello di riuscire a conservare la proprietà dell’azienda nonostante negli anni del fascismo si sia apertamente schierato per il regime diventando anche senatore. Negli anni venti viene lanciata la Balilla 508, e la Fiat imboccò la strategia della vettura utilitaria, confermata nel lancio della 500 nel 1936. Nel 1939 fu inaugurato lo stabilimento di Mirafiori e nel 1954 nasce la 600.
Il nome che però più di tutti fa la storia della Fiat è quello di Gianni Agnelli: diventa presidente nel 1966. Se ne andrà, come previsto dallo statuto, all’età di 75 anni (nel 1996) cedendo il timone dell’azienda prima all’ex amministratore delegato Cesare Romiti, poi a Paolo Fresco. Nel 2003 alla presidenza arriva il fratello Umberto Agnelli: un solo anno, la salute non lo sosterrà. Alla morte ecco Luca Cordero di Montezemolo mentre inizia a crescere il giovane John Elkann.
Il resto è attualità.
Ad oggi, nonostante i ripetuti momenti di crisi, resta il maggior gruppo aziendale del nostro Paese, sia pure con nome e aggregati aziendali completamente nuovi. E’ presente in 61 nazioni attraverso il lavoro di un migliaio di aziende per un totale di oltre 200mila dipendenti. Un posto nella storia nazionale ed internazionale se l’è decisamente ritagliato.
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