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lunedì 27 luglio 2020

27 Luglio

27 Luglio 1953
Viene firmato l’armistizio che pone fine ai combattimenti nella guerra di Corea.

Comunque la si voglia osservare, la penisola bisecata al 38° parallelo dall’area a più intensa concentrazione di armamenti al mondo – perciò battezzata senza ironia «zona smilitarizzata» – è la chiave di volta dell’Asia nord-orientale. 
Pietra angolare su cui si scaricano le tensioni fra le massime potenze mondiali, tutte direttamente o indirettamente schierate attorno a quel fatidico tratto latitudinale: la Cina, che i fiumi Yalu e Tumen precariamente separano dalla Corea del Nord; gli Stati Uniti, che schierano circa 28 mila soldati in Corea del Sud, pegno del rango di potenza residente nell’Asia continentale; la Russia, il cui immenso quanto fragile Estremo Oriente sfocia nei 17 chilometri di contatto con lo spazio nordcoreano; il Giappone, potenza coloniale che si annesse l’intera penisola fra il 1910 e il 1945, imprimendovi permanenti memorie d’odio.

[…] La striscia di terra montagnosa ampia due terzi d’Italia e con una popolazione quasi pari alla tedesca, che allo sguardo geografico si offre come promontorio dell’impero cinese gettato nell’oceano a puntare verso l’arcipelago nipponico – «gambero fra due balene» – vive dal 1953 in stato di sospensione. L’armistizio che pose provvisoriamente fine al conflitto mondiale in miniatura noto quale guerra di Corea – per il canone cinese fu «guerra di resistenza all’America» – resiste al tempo. Ma raramente è parso tanto precario.
(dalla rivista Limes)

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