Un
risarcimento, eminenza?
«Assolutamente no. Anche la presidente del Bambin Gesù, Mariella Enoc, in un
colloquio che abbiamo avuto il 15 dicembre, ha riconosciuto la mia totale
estraneità nella vicenda dei versamenti compiuti dalla Fondazione. E io mi sono impegnato a devolvere una donazione
volontaria, con i miei soldi, per sostenere un progetto di ricerca sulle
malattie rare.
Un versamento a titolo di beneficenza all’ospedale
che è vittima di una operazione illecita compiuta da altri a mia insaputa».
Il
cardinale Tarcisio Bertone, già segretario di Stato vaticano, ha il tono
amareggiato, «mi dispiace che passi una raffigurazione totalmente contraria ai
miei sentimenti, al mio Dna, alla mia esperienza di salesiano e di pastore».
Ricapitoliamo: lei disse di
aver pagato 300 mila euro...
«Proprio così, di tasca mia, secondo le fatture che mi aveva mandato il
Governatorato: ho pagato, ripeto, con i miei risparmi, per la ristrutturazione
di un appartamento che non è di mia proprietà e resterà al Governatorato».
Intanto però era saltato fuori
che la Fondazione aveva versato 200 mila euro. L’ex presidente della Fondazione, Giuseppe Profiti, parlò di un
investimento di «marketing» perché
lei era un prezioso «testimonial» dell’ospedale. Lei ne sapeva nulla?
«No. Ho letto che hanno giustificato così. Ma non voglio entrare in tutto
questo, io sono totalmente fuori da una simile faccenda, mi sembra una cosa
fuori della realtà...».
E quando lo ha saputo?
«Ci sono rimasto male, molto male. Vede, tutti siamo d’accordo nel dire che
questa vicenda ha recato un gran danno. Un danno doppio: all’ospedale e al
sottoscritto. Si è procurata una diffamazione terribile: con i soldi del Bambin
Gesù hanno pagato la ristrutturazione dell’appartamento di Bertone!».
Ma se non c’entra nulla, se non
è un risarcimento, perché ha deciso di fare la donazione?
«Perché io ho fatto tanto per il Bambino Gesù, nella mia vita, soprattutto come
segretario di Stato. Come salesiano sento una attenzione particolare per i
bambini e i ragazzi, tanto più per i malati. E dopo tutto il lavoro, tutte le
iniziative, mi dispiaceva passare davanti all’opinione pubblica come uno che ha
danneggiato l’ospedale. Non potevo accettare che si dicesse una cosa del
genere».
E allora cosa è successo?
«Mi sono incontrato con la dottoressa Enoc, abbiamo fatto due riunioni, visto
le carte. Ho detto: presentatemi un progetto di ricerca e io lo sosterrò.
Proprio oggi mi è arrivata una sua lettera che dice: “La ringrazio molto per la
donazione che vorrà fare al nostro ospedale. Con questa donazione i nostri
ricercatori daranno un nome a malattie rare da cui sono affetti oggi circa
cinquanta bambini. Dare un nome vuol dire fare diagnosi e rendere possibile la
cura. Di questo è informato l’ospedale e ne saranno informati i mezzi di
stampa”».
E adesso, che succederà?
«Questi sono i termini. Nel nostro incontro la dottoressa Enoc mi ha detto: per
noi la questione è chiusa».
Il giornalista Nuzzi, sotto
processo per Vatileaks, ha detto: dovrebbero processare Bertone, piuttosto.
«Guardi, lasciamo perdere. E per che cosa, poi? Per quello che nella mia vita
ho fatto per la Chiesa?».
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