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mercoledì 16 dicembre 2015

Se i politici (nazionali e soprattutto quelli locali) portano in dissesto o pre-dissesto gli Enti da loro amministrati, a pagare dovrebbero essere .... i precari

la Repubblica-Palermo
Asse Comuni-sindacati contro la proroga di un solo anno ai 22 mila precari degli enti locali siciliani, passata in commissione alla Camera nell'ambito della legge di Stabilità.
I lavoratori attendevano di più e guardavano anche all'agenzia per la stabilizzazione sponsorizzata dal sottosegretario Davide Faraone  che per il governatore siciliano Rosario Crocetta «è ormai archiviata».
«L'Anci sostiene le ragioni della nuova protesta dei sindacati, ribadendo che non solo è necessario tutelare i lavoratori precari ma anche assicurare ai cittadini i servizi essenziali», afferma il presidente regionale dell'associazione dei Comuni, Leoluca Orlando, definendo la proroga, da cui peraltro sono escluse le amministrazioni che lavorano negli enti in dissesto o predissesto, uno «schiaffo ai lavoratori». Per i sindacati si tratta di un «ennesimo atto di arroganza»: di qui la protesta.

«Un'immediata nuova mobilitazione», a partire «dall'occupazione delle aule consiliari degli enti esclusi dalle proroghe, e chiediamo all'Anci di aderire a questa nuova iniziativa, cosi come è avvenuto quattro giorni fa». Governo e Parlamento nazionali, secondo i segretari generali di categoria di Cgil, Cisl e Uil,  Michele Palazzotto, Gigi Caracausi ed Enzo Tango, devono almeno garantire le proroghe per tutti i lavoratori precari delle pubbliche amministrazioni siciliane e subito dopo avviare un tavolo di confronto con il nostro coinvolgimento, della Regione e dell'Anci per consentirne la stabilizzazione in via definitiva nelle dotazioni organiche. Diversamente, non esiteremo a inasprire il livello conflittuale». «Assistiamo, come al solito, a uno spettacolo indecoroso», accusa il segretario della Uil siciliana Claudio Barone. Senza ulteriore modifiche alla legge D'Alia, settemila lavoratori dei Comuni in dissesto e pre-dissesto saranno comunque licenziati. Mentre gli altri «continueranno a essere ostaggio dei capricci della politica», accusa il sindacalista. «Con i precari si sta innescando in Sicilia un'altra macelleria sociale», commenta il segretario generale della Cgil Sicilia, Michele Pagliaro. 

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