da LA REPUBBLICA-Palermo
MUNICIPI occupati dai precari, sindacati regionali sul piede di guerra, sindaci e consiglieri comunali che definiscono «ridicoli» i tagli imposti ai loro stipendi a partire da gennaio. È rivolta contro la manovra finanziaria presentata in giunta dall'assessore all'Economia Alessandro Baccei e contro le norme sul precariato in discussione alla Camera che bloccano le proroghe negli enti in pre-dissesto.
Ieri il governatore Rosario Crocetta ha convocato una giunta fiume per varare bilancio e Finanziaria da inviare subito all'Ars da mesi paralizzata. Ma fuori da Palazzo d'Orléans monta la protesta contro le anticipazioni sui tagli previsti nella bozza di Baccei per riuscire a ottenere risparmi per 400 milioni di euro. Senza questi tagli non arriveranno i 900 milioni di euro promessi da Roma.
FRASCHILLA ALLE PAGINE IV E V
ANTONIO FRASCHILLA
Municipi occupati dai precari,
sindacati sul piede di guerra, sindaci e consiglieri comunali che definiscono
«ridicoli» i tagli imposti ai loro stipendi. È rivolta contro la manovra
finanziaria presentata in giunta dall'assessore Alessandro Baccei e contro le
norme sul precariato in votazione alla Camera. Ieri il governatore Rosario
Crocetta ha presieduto una giunta-fiume per varare i disegni di legge su
bilancio e Finanziaria da inviare subito all'Ars, da mesi paralizzata. Ma fuori
da Palazzo d'Orléans monta la protesta contro le anticipazioni sui tagli
previsti nella bozza di Baccei per riuscire a ottenere risparmi per 400 milioni
di euro. Senza questi tagli non arriveranno i 900 milioni da Roma: si è
scoperto infatti che nella norma approvata in commissione Bilancio alla Camera
gli aiuti alla Sicilia sono vincolati a «un piano di riduzione della spesa» da
approvare subito.
Nella bozza portata in giunta l'assessore
all'Economia ha previsto, ad esempio, l'applicazione immediata dei tagli agli
stipendi di sindaci, giunte e consiglieri comunali che doveva scattare col
rinnovo degli organismi elettivi e il recepimento delle norme nazionali in
materia di indennità. Per fare un esempio, lo stipendio del sindaco di Palermo
passerebbe da 9 a 7 mila euro e quello di un consigliere comunale da 2.500 a
1.700 euro. E così via per tutti i 390 Comuni dell'Isola. Ma dall'Anci
attaccano: «Questi tagli sono ridicoli — dice il vice presidente Paolo Amenta —
non è con queste norme che si risana il bilancio. Avevamo concordato un
trasferimento di fondi di almeno 360 milioni di euro, e invece adesso il
finanziamento scenderebbe a 325 milioni perché contano di risparmiare 35
milioni dai tagli dei nostri stipendi. Nessuno dice però che fino a qualche
anno fa i trasferimenti ai Comuni erano pari a 900 milioni e con questa scure
non riusciamo a garantire i servizi essenziali». La bozza Baccei prevede
inoltre il taglio degli stipendi dei dirigenti della Regione che guidano uffici
con meno di 16 dipendenti e la riduzione del salario accessorio per i
dipendenti in distacco sindacale. Anche su questo fronte si annunciano scontri:
«Si tratta di norme manifesto solo per aggraziarsi l'opinione pubblica — dicono
Marcello Minio e Dario Matranga, segretari del Cobas-Codir — la norma sui
dirigenti non può essere applicata in virtù di contratti vigenti e quella sui
sindacalisti porterebbe a un risparmio di appena 20 mila euro all'anno. Si
tratta di sola propaganda». Contestata anche la norma sull'ufficio stampa, che
aprirebbe a cinque contratti da affidare a pubblicisti, anche esterni all'amministrazione:
«Se la giunta varerà la norma contenuta in una bozza della legge finanziaria —
dicono Assostampa e Ordine dei giornalisti — la Regione si ritroverà con un
ufficio stampa della Presidenza composto, nonostante i soliti proclami, da
giornalisti scelti "intuitu
personae", esattamente come i 23 colleghi che Crocetta ha licenziato per lo stesso
motivo, parlando di assunzioni illegittime fatte dai suoi predecessori».
Intanto però il bilancio e la Finanziaria vanno approvate in fretta e al
momento continua il blocco di alcuni capitoli di spesa, con migliaia di persone
che non ricevono lo stipendio: ieri a Palermo hanno bloccato per ore via
Notarbartolo, manifestando davanti all'assessorato Economia, i dipendenti dei Consorzi di bonifica e quelli
dell'Associazione allevatori,
da mesi senza buste paga. In tutta la Sicilia monta poi la protesta dei precari degli enti locali.
Nonostante nella Finanziaria regionale siano previsti incentivi alla loro
stabilizzazione, qui le grane arrivano da Roma. Nella legge di Stabilità
nazionale appena approvata alla Camera è stata prevista la proroga per i 22
mila ex Isu dei Comuni
dell'Isola, purché questi ultimi non siano in fase di pre-dissesto. In
centinaia a gennaio perderanno quindi il lavoro. Come a Cefalù, dove i precari
sono 80 e ieri hanno occupato il Comune per protesta: «L'ente ha dichiarato
dissesto e come tale è impossibilitato a procedere al semplice rinnovo dei
contratti —dice Massimo Bontempo, del sindacato Mgl — in ogni caso anche la
proroga per un anno decisa a Roma è insufficiente».
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