IL FATTO QUOTIDIANO
Sono passati pochi giorni dalla revoca degli
arresti domiciliari e Francantonio Genovese ha già fatto la sua prima mossa.
Passa a Forza Italia, d'accordo col neo coordinatore siciliano del partito
Gianfranco Micciche: comincia così la riscossa politica dell'ex sindaco di
Messina ed ex deputato Pd. "Oggi, con l'on. Mariella Gullo e Franco
Rinaldi - fa sapere - ho incontrato il commissario regionale di Forza Italia
on. Gianfranco Micciché. Raggiunta l'intesa su un percorso comune, abbiamo
manifestato l'intenzione di aderire ai gruppi parlamentari di Forza
Italia". Una mossa che potrebbe risultare decisiva per gli equilibri
politici della Sicilia perché Genovese, imputato per truffa e frode fiscale
nell'ambito di un'inchiesta della Procura di Messina sui 'corsi d'oro' della
formazione professionale in Sicilia, è chiamato "mister 20 mila
preferenze".
E non sono numeri buttati lì a caso.
ERA SOLO IL 2012 quando Genovese risultò essere
il più votato in Italia fra i candidati democratici alle primarie per le
Politiche. Ventimila preferenze dunque che facevano evidentemente gola e che
non potevano andare sprecate, specie se nelle mani di un deputato che per
diciannove mesi, tra carcere e domiciliari, ha avuto il tempo di metabolizzare
il tradimento operato a sue spese dal suo stesso partito che a maggio dell'anno
scorso, alla Camera, diede il via libera al suo arresto. Già ad agosto
Francantonio Genovese, proprio dalle pagine del Fatto, alla vigilia del suo
passaggio ai domiciliari aveva sferrato il suo primo attacco al premier Renzi
definendolo un "bullo" e ancora "un personaggio piccolo piccolo
che pensa di essere diventato grande". E ora, dunque, il suo passaggio
alla corte berlusconiana non può non suonare come una sfida. Con lui,
dall'altra parte della barricata politica, passano la fedelissima Maria Tindara
Gullo, il cognato Franco Rinaldi, deputato all'Ars e anche lui coinvolto nello
scandalo dei corsi di formazione, e ben dieci consiglieri comunali di Messina.
Un gruppo o, se vogliamo, un intero pacchetto di voti che l'ex deputato Pd è
riuscito a compattare e spostare in blocco. "Stiamo cercando di trovare un
accordo - dichiara alle agenzie Rinaldi - I motivi sono tanti li spiegheremo in
seguito". I motivi saranno certamente tanti ma uno si può considerare
sicuro: è evidente che lo sgarbo subito da parte di Matteo Renzi, che sacrificò
Francantonio Genovese alla vigilia delle elezioni europee del 2014 resta quello
principale. Sacrificio che si rese palese quando ad agosto lo stesso Renzi con
i voti in aula del partito salvò il deputato Ncd Antonio Azzollini per evitare
le ripercussioni dell'alleato Alfano.
GENOVESE esce certamente rinvigorito
dall'esperienza dietro le sbarre, anche se la sua vicenda giudiziaria non si è
ancora conclusa. In questo momento è costretto all'obbligo di dimora a Messina,
obbligo che non gli permette di lasciare la città per riprendere il proprio
posto in Parlamento, dal quale però ancora arriva puntuale l'assegno per
l'indennità parlamentare. Il Partito democratico commenta la vicenda tramite il
segretario regionale Fausto Raciti: "È una decisione che era nell'aria e
che non ci sorprende. Certo se il centrodestra intende iniziare la propria
'ricostruzione' in questo modo, direi che non è buon inizio". Il salto era
nell'aria e non dovrebbe stupire nemmeno più di tanto dato che la storia politica
dell'intera famiglia Genovese - dal padre al nonno - è legata alla Democrazia
cristiana. Cosa succederà ora m Sicilia è piuttosto prevedibile, il peso del
bagaglio di voti che Genovese è in grado di portare a casa darà linfa vitale ad
un partito, Forza Italia, che fino a ieri risultava essere, nei numeri,
moribondo.
Renato Brunetta già festeggia e avverte Renzi:
"Smottamento irreversibile, Renzi ha mollato i territori e ormai nessuno
gli crede più".
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