Giacinto Pipitone PALERMO ··· Sfruttare le pieghe
delle leggi che regolano le emergenze per affidare senza gara il servizio di
raccolta dei rifiuti e aggirare le norme anticorruzione.
In Sicilia è un escamotage che coinvolge sempre
più Comuni e che provoca la duplicazione di costi da coprire poi con fondi
pubblici: per questo motivo l'assessore Vania Contrafatto ha denunciato il caso
a Raffaele Cantone e alle Procure della Repubblica e della Corte dei Conti.
Sono già 74 i sindaci su cui l'assessorato ha acceso i riflettori.
Si apre un altro fronte alla Regione. Nel mirino
sono finiti gli affidamenti diretti fatti sfruttando l'articolo 191 del decreto legislativo 152 del
2006. È quello che da mano libera in caso di emergenze che mettono a
rischio la salute pubblica: ciò che normalmente accade quando si blocca il
servizio di raccolta e i rifiuti restano per giorni sulle strade. Il fatto è
che a quel punto si è già messo in moto un circolo vizioso che moltiplica i
costi per la Regione e i Comuni.
La Contrafatto lo illustra così: «In Sicilia accade di frequente
che i sindaci non paghino le quote di propria competenza agli Ato. A quel punto
però l'Ato non può pagare i dipendenti, che normalmente scioperano lasciando le
città invase dai rifiuti». Da qui nasce l'emergenza. Che normalmente ogni sindaco affronta
con ordinanze d'urgenza che
funzionano come un tasto reset di fronte a tutte le norme che regolano gli
appalti. E qui la faccenda si fa più ingarbugliata. Ma per orientarsi
basta seguire il racconto della Contrafatto, magistrato prestata alla giunta: «Di fronte all'emergenza i sindaci
sfruttano l'ordinanza e affidano il servizio di raccolta senza gara d'appalto.
Può succedere che venga assegnato il servizio di raccolta a una ditta che mette
in campo mezzi e uomini propri. Oppure può anche succedere che si facciano ben
due appalti, uno per i mezzi e uno per il personale». Si chiamano nolo a
caldo, il primo, e nolo a freddo il secondo. «Ma così - precisa la Contrafatto
- si duplica il costo che riguarda il personale. Perché quello degli Ato deve
comunque essere pagato mentre poi spunta quello degli appalti dei sindaci».
I Comuni che hanno fatto affidamenti di questo
tipo sono già 74 in tutte le province, anche se va detto che non è automatico
il collegamento fra affidamento diretto e uso distorto dell'emergenza. C'è però
un terzo caso su cui la Contrafatto ha acceso i riflettori: «Sta succedendo sempre più spesso che i
Comuni, soprattutto quelli del Palermitano, escano dall'Ato e gestiscano il
servizio in proprio. Anche in questo caso duplicando i costi e rendendo più
difficile il decollo del nuovo sistema incentrato sulle Srr». La Srr sono
società formate da Comuni che dovrebbero sostituire i vecchi Ato ridando
efficienza a un sistema rimasto sostanzialmente indietro di 10-15 anni rispetto
al resto d'Italia: previste da una riforma del 2009 non sono mai nate per
davvero. E uno dei problemi è proprio la predisposizione delle piante
organiche: l'assessore ha bocciato gran parte di quelle già presentate e ha
chiesto che il personale venga individuato in base alle funzioni e alle
esigenze. Molte Srr hanno proprio evitato di presentare le piante organiche e
stanno contestando le direttive dell'assessore. E così si è rotto un meccanismo
che prevedeva il passaggio automatico di tutti gli 11 mila dipendenti
dei vecchi Ato verso le nuove strutture. Di fronte a tutto questo l'assessore
ha attivato due diverse procedure. Quella del commissariamento dei Comuni è
un'arma che si rivela spesso spuntata, e allora meglio la segnalazione
all'Autorità nazionale anticorruzione e alle Procure. A Cantone, in una
audizione a cui era presente anche il presidente dell'Anci, Leoluca Orlando, la
Contrafatto ha illustrato il meccanismo frutto dell'uso distorto delle
ordinanze di emergenza. E il
capo dell'Anticorruzione in una recente visita all'Ars ha detto in commissione
Antimafia che quello siciliano «è un sistema in cui non sempre vige il rispetto
delle norme sugli appalti. Il sistema di proroga degli Ato sta finendo per
creare qualche problema». Cantone ha anticipato che sta per emettere una
delibera «che rivisita l'intera situazione.
Nessun commento:
Posta un commento