La Sicilia-Catania
II Tar del Lazio ha ritenuto fondati due ricorsi provenienti dalla Sicilia contro l'imu agricola, per evidente incostituzionalità e ha trasmesso gli atti alla Consulta.
MICHELE CUCCIONE PALERMO.
Dalla Sicilia potrebbe cadere una pesante tegola
sui conti dello Stato. Fra mercoledì e ieri il Tar del Lazio ha ritenuto
fondati i due ricorsi presentati dalla Confagricoltura regionale e dai Comuni
di Belpasso, Regalbuto, Santa Maria di Licodia, Niscemi, Modica, Sortino, Santa
Venerina, Aci Sant'Antonio, Graniti, Gaggi, Pietraperzia e Catenanuova, cui si
sono poi aggiunti Castroreale, Rodì Milici e Centuripe (assistiti dagli
avvocati Luca Ardizzone e Andrea Scuderi) contro il pagamento dell'Imu
agricola, perché ha rilevato, così come i proprietari agricoli e i Comuni
siciliani, elementi di palese incostituzionalità. Il Tar ha quindi sospeso il
giudizio e ha trasmesso gli atti alla Corte costituzionale.
In sintesi, se anche la Consulta dovesse
confermare la fondatezza dei ricorsi, lo Stato dovrebbe restituire l'Imu
agricola pagata nel 2015. Avrebbe un effetto sui conti italiani simile a quello
della restituzione della mancata indicizzazione delle pensioni. Quella al Tar
potrebbe però essere una vittoria più sul piano di principio che pratica. Il
governo nazionale, forse presagendo l'esito giudiziario, ha già previsto nel
ddl di stabilità che nel 2016 l'Imu agricola non sarà più dovuta. Non sono poi
da trascurare due dettagli: il Tar del Lazio ha fissato l'esame dei ricorsi
alla scadenza del saldo Imu, e ciò forse per non generare tra i contribuenti
confusione che avrebbe potuto ridurre il gettito; e c'è la nomina da parte del
Parlamento dei tre giudici costituzionali, una presenza più politica.
Confagricoltura Sicilia continua la battaglia:
«II Tar del Lazio - spiega la nota ha ritenuto rilevante e non manifestamente
infondata la questione di illegittimità costituzionale da noi sollevata avverso
l'introduzione della patrimoniale applicata ai terreni agricoli. Abbiamo
chiesto l'annullamento del decreto legge n. 4/2015 su "Misure
urgenti in materia di esenzione Imu" e l'elenco Istat comprendente i comuni
classificati montani, parzialmente montani e di pianura». «Il Tar - precisa il
presidente di Confagricoltura Sicilia, Ettore Pottino - ha rilevato la
possibile violazione del dettato costituzionale in base al quale "nessuna
prestazione personale o patrimoniale può essere imposta se non in base alla
legge", facendo riferimento "al principio classico delle democrazie
liberali 'no taxation without
representation' ", violato dal governo quando ha demandato "il
presupposto di fatto fonte dell'esenzione tributaria... ad una classificazione
del grado di montanità dei Comuni contenuta in un atto amministrativo non
predisposto nell'attuazione vincolata di criteri prefissati da una norma di
legge, ma frutto di discrezionalità dell'amministrazione che redige
l'elenco", cioè l'Istat, che non è un organo legislativo».
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