La Repubblica-Palermo
Dai sindacati a pezzi dell'opposizione è rivolta
contro la proposta del Pd nazionale, concordata con Palazzo Chigi, sulla
stabilizzazione dei precari degli enti locali attraverso la creazione di
un'Agenzia unica partecipata da Regione, Stato e Comuni.
L'emendamento alla
legge di stabilità annunciato dal sottosegretario Davide Faraone, e al quale ha
lavorato il Partito democratico nazionale insieme ai tecnici del governo Renzi,
non piace anzitutto ai sindacati, ma anche all'opposizione. A partire dal
Movimento 5 stelle. Il leader dei grillini all'Ars, Giancarlo Cancelleri, è
netto: «Non può funzionare perché la creazione di un'agenzia è una schifezza —
dice Cancelleri — questi precari ormai sono essenziali per i sindaci e le
amministrazioni, perché sono dentro la macchina comunale da venti anni. Non si
può trasferirli in un'Agenzia esterna. Dobbiamo modificare la norma nazionale
per consentire una vera stabilizzazione dentro i Comuni dove lavorano da anni.
Il meccanismo di Faraone rischia di essere soltanto una grande macchina
clientelare».
E se il leader dell'Udc siciliana, l'ex ministro Gianpiero
D'Alia, è in perfetta linea con il Movimento 5 stelle, bocciando senza alcun
dubbio la proposta di Faraone e del Pd nazionale, i sindacati sono sul piede di
guerra e annunciano scioperi e manifestazioni di piazza, come quella fatta ieri
a Messina all'imbarco dei traghetti per Villa San Giovanni.
«Diciamo un netto
no a carrozzoni come questa Agenzia dei precari proposta dal sottosegretario
Faraone — dice il segretario della Fp Cgil regionale, Michele Palazzotto —
abbiamo già visto il risultato di queste esperienze con la Gesip a Palermo.
I
lavoratori precari vanno inquadrati all'interno delle piante organiche dei
Comuni, senza creare agenzie legate alla politica».
Anche dalla Uil sono
preoccupati, visto che al di là del dibattito in corso molti precari entro il
31 dicembre si vedranno scadere il contratto senza alcuna possibilità di
rinnovo visto che la legge dell'ex ministro D'Alia non lo prevede: «I precari
siciliani, se si continua a non fare nulla, a fine anno saranno licenziati—
dice il segretario della Uil, Claudio Barone — apprezziamo chi fa proposte
nuove, come quella della creazione dell'Agenzia statale, ma bisogna evitare
annunci a cui non seguano i fatti ma soprattutto litigi fra tifoserie. Non si è
voluto affrontare il problema e i vari governi hanno prorogato di anno in anno
il contratto dei precari degli enti locali, adesso però, con la legge D'Alia,
ottenere la proroga diventa più difficile e si rischia il licenziamento di
22mila lavoratori oltre che il collasso delle amministrazioni rette da anni da
questo personale». L'unico intervento a favore della proposta del Pd nazionale
arriva dal deputato Michele Cimino di Sicilia futura: «Sì alla norma Faraone»,
dice.
Nel frattempo i precari rimangono nel limbo.
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