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lunedì 3 febbraio 2014

Aspettando il nuovo Eparca (n. 37)

Su questo Blog negli anni passati ci siamo soffermati sui complessi fenomeni storici che hanno caratterizzato la formazione in origine di una Chiesa bizantina nelle realtà arberesh di Sicilia e poi sui passaggi pure essi storici che hanno fatto di quella Chiesa semplicemente un rito, il rito bizantino.
Il tutto segna gli estremi del processo evolutivo sotto il profilo religioso di quelle comunità transitate dalla Chiesa ortodossa dipendente dal Patriarcato di Ocrida (odierna Macedonia) alle comunità ridotte a svolgere semplicemente un rito con qualche pratica bizantina nell’ambito della Chiesa di Roma. Chiesa di Roma che ostenta al suo interno la presenza di riti orientali per mostrare magnanimità, tolleranza e libertà.
Nessuno però può nascondere che fra una Chiesa ed un rito ci corre una distanza difficilmente misurabile. In anni piuttosto recenti per riparate, si fa per dire, ai precedenti secoli di assimilazione oscurantista, sul Codice di diritto canonico venne fuori la formulazione, per la Chiese bizantine di Sicilia con rito orientale, di Chiesa sui iuris, dipendente –ma solo sulla carta- dal Papa. Di fatto questa Chiesa di rito bizantino da quando è eretta ad Eparchia (anni trenta del Novecento) per oltre la metà del tempo finora trascorso è sempre stata guidata da Vescovi latini con la funzione di Amministratori Apostolici.  
Mancanza di fiducia ? Carenza culturale del clero locale rispetto ai parametri teorici da possedere ? Ritardi normali utili per fare il “tagliando” alla realtà ?
Ci siamo sempre chiesto perché mai un Vescovo latino di Foggia o di Palermo possa assolvere al ruolo di Amministratore Apostolico a Piana degli Albanesi ed un Eparca di questa chiesa non venga mai chiamato a svolgere il ruolo di Amministratore Apostolico a Monreale, a Cefalù o Mazara del Vallo.
Chissà.
Alla domanda rivolta ad un amico se per caso in queste autorevoli guide latine si possa leggere presunta ignoranza del clero bizantino. La risposta è stata che a formare, “forgiare”, il clero bizantino, nel collegio greco di Roma, c’è clero latino, monaci benedettini.
Se ignoranza dovesse quindi esserci (ma non c'è) questa potrebbe essere “pilotata”. Allora ?
Allora di una Comunità che era Chiesa la si è trasformata in rito, ossia formalismo, recita. La si chiama “sui iuris” ma la si tratta da parrocchia di periferia della diocesi di Palermo.
Prospettive ?
A Contessa con ciclicità perora non ricorrente la domenica  la liturgia di San Giovanni Crisostomo è sostituita dalla messa romana.  Per carenza di sacerdoti.
Da Chiesa a rito; adesso da rito all’assimilazione                   

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