Nella Biblioteca
Ambrosiana il più antico testo scritto in albanese
Premessa
Nel
1985, anno europeo della Musica, l'Associazione Culturale "Nicolò
Chetta" ha dedicato a padre Lorenzo Tardo (1883 - 1967) una giornata
culturale, per far conoscere un illustre concittadino, studioso di melurgia
bizantina, fondatore e direttore della Schola Melurgica della Badia Greca di
Grottaferrata, fondata nel 1004 da S. Nilo, nato a
Rossano Calabro, ma greco per formazione culturale, religiosa e liturgica, il
quale portò a Grottaferrata (Roma) con i suoi monaci il rito bizantino-greco,
che si conserva ancora oggi.
Padre
Lorenzo Tardo è molto noto come pioniere nella scoperta, lettura, trascrizione,
interpretazione, pubblicazione ed esecuzione delle melodie antiche bizantine dei codici.
In
seguito farò conoscere ai lettori del blog oltre che la vita e le opere di
padre Lorenzo Tardo anche le interessanti relazioni, nella predetta iniziativa dedicate
dagli esperti alla Melurgia Bizantina e gli interventi che hanno evidenziato i
legami culturali e religiosi tra Contessa Entellina e la Badia Greca di
Grottaferrata, nelle cui istituzioni di educazione e di istruzione, nel secolo
XX, si sono formati molti contessioti, laici ed ecclesiastici.
Tutte
le relazione sono state raccolte e pubblicate nella monografia "P. Lorenzo
Tardo e la musica bizantina", inviata a tutte le istituzioni culturali
delle comunità italo-albanesi ed a tutte le istituzioni, universitarie,
nazionali o straniere, che si dedicano alla cultura bizantina. Unitamente a
tale monografia è stata inviata anche una selezione di canti bizantini
(cassetta registrata, testo in greco,
testo musicale su pentagramma) eseguiti dalla "Schola Melurgica"
della Badia.
Il
testo della "Presentazione" degli
"Atti", è stata curata da
mons. Enrico Galbiati (1914 - 2004), dottore in scienze bibliche, Prefetto
della Biblioteca Ambrosiana, libero docente di filologia biblica all'Università
Cattolica di Milano, docente nei seminari dell'archidiocesi di Milano,
assistente ecclesiastico degli Italo-Albanesi residenti in Lombardia (nel 1967
dal vescovo mons. Giuseppe Perniciaro nominato canonico dell'Eparchia di Piana
degli Albanesi col titolo di Archimandrita).
Ho
avuto il privilegio di conoscere e di collaborare a Milano (dal 1970 al 2000)
con mons. Galbiati, noto per la sua vasta cultura e stimato per la sua grande umanità:
nell'elogio funebre il cardinale di Milano lo ha ricordato come "sacerdote
più umile e più colto della diocesi".
Propongo
ai lettori del blog ed in particolare ai concittadini il citato testo
"Presentazione" di mons. Galbiati, come testimonianza dell'interesse,
della stima e dell'ammirazione che molti "non contessioti" hanno per
la storia ed il patrimonio peculiare della nostra comunità. (C. Raviotta)
Presentazione
degli "Atti" della Giornata culturale dedicata a padre Lorenzo Tardo
L'Associazione
Culturale "Nicolò Chetta", nella persona del Presidente, il dott.
Calogero Raviotta, mi volle gentilmente invitare alle manifestazioni liturgiche
e culturali dedicate a padre Lorenzo Tardo, per onorarne la memoria nel suo
paese natale e per mettere in evidenza i meriti scientifici di questo grande
cultore della musica bizantina. Mi sentii subito onorato di questo invito e
sono lieto di poter ripetere qui l'espressione della mia gratitudine.
Pensavo
dapprima di essere solo un ospite d'onore, se non per la mia persona, per il
fatto di rappresentare la prestigiosa Biblioteca Ambrosiana, dove, fra gli
altri tesori, sono custoditi preziosi codici bizantini; ospite venuto da
lontano, dal cielo di Lombardia "così bello quando è bello", ad
immergersi in questo sole di Sicilia, ad estasiarsi nel magnifico tramonto,
contemplando la Rocca di Entella, evocatrice di antiche storie di civiltà
grandiose, di fatti militari, di invasioni e di migrazioni. Appunto sotto questo
cielo venne a rifugiarsi 500 anni fa il primo contingente di famiglie albanesi,
per sottrarsi alla dominazione dei Turchi.
Vennero con i loro sacerdoti, le
loro tradizioni, i libri, gli arredi, le icone, retaggio perenne della cultura
bizantina. Nell'atmosfera di questa
cultura, spiritualità e poesia, misticismo ed arte musicale, mi sentii
totalmente immerso durante le celebrazioni liturgiche presiedute dal vescovo di
Piana degli Albanesi, incoronato come gli antichi imperatori di Bisanzio.
Allora incominciai a sentirmi coinvolto, come uno della famiglia: non più
ospite d'onore venuto da lontano. Mi sentivo trasportato in quella realtà
vivente, che, fin dagli anni della mia giovinezza, aveva costituito l'oggetto
di tanti studi, e lo confesso, di tanti sogni.
Poi
vennero le dotte conferenze sulla personalità e l'opera scientifica di padre
Lorenzo Tardo.
Da
una parte uno squarcio luminoso di vita e di storia della gloriosa Badia di
Grottaferrata, tessuta attorno alle benemerenze di padre Tardo nella sua
attività nella comunità monastica.
Dall'altra
parte l'apporto decisivo di padre Tardo come musicologo, decifratore della
notazione musicale degli antichi manoscritti bizantini, che egli seppe far
vivere nella viva voce del coro da lui formato e diretto. Allora il mio
pensiero ritornò sui manoscritti della mia Biblioteca
Ambrosiana e mi ricordai delle benemerenze di padre Tardo e dei suoi
confratelli di Grottaferrata nei riguardi dei tesori bizantini da noi
conservati. Molti di essi portano scritta la data del loro recente restauro ad
opera del laboratorio per il restauro dei codici, benemerito ed ormai famoso,
operante nella Badia Greca di Grottaferrata.
Mi
ricordai anche di un manoscritto greco,
ed ora posso scriverne la segnatura precisa, B. 112 sup., che nel foglio 63 v, del
secolo XV, contiene una pericope evangelica tradotta in albanese, scritto con
caratteri greci.
Si
tratta del dodicesimo vangelo dell'orthros del Venerdì Santo, lo stesso che si
legge dopo la processione con l'Epitafios. Fu un altro benemerito monaco di
Grottaferrata, padre Nilo Borgia, che lo scoprì e lo fece conoscere. Si
tratta del più antico testo scritto in
albanese, testimonianza preziosa dell'attività anche culturale delle colonie
albanesi in Italia. Quando a padre
Tardo, noi dell'Ambrosiana, gli dobbiamo riconoscenza perenne per aver messo in
evidenza le caratteristiche e l'importanza dei nostri manoscritti di musica
liturgica bizantina.
Frutto
delle sue ricerche è l'articolo: "I mss. greci di musica bizantina nella
Biblioteca Ambrosiana di Milano. Per suo merito ora noi sappiamo che due di
questi manoscritti sono unici in tutto il mondo, sono i soli, tra tutti quelli
conservati nelle biblioteche dell'Europa e dell'Oriente, che contengono la
notazione musicale degli "idiomeli anastasimi" dell'ufficio
domenicale (OKTOIKOS).
Tutte
queste considerazioni mi vennero in mente e mi risuonarono nel cuore mentre
ascoltavo le dotte conferenze, seguite con ammirevole attenzione dal pubblico
che affollava la Chiesa Matrice di Contessa Entellina, trasformata per
l'occasione in aula scolastica a livello universitario.
Conferenze
ed interventi vari, tutto questo tesoro
culturale ed anche affettivo - ancora mi sento nel cuore le commosse parole dell'abate di
Grottaferrata nel rievocare le figure dei monaci oriundi, come padre Tardo, di Contessa Entellina, padre Cosma Buccola e padre Sofronio Gassisi - per merito
dell'Associazione "Nicolò Chetta" e del suo instancabile Presidente
vengono ora messi a disposizione di una cerchia più vasta di lettori e di
intenditori nella presente opportunissima e decorosa pubblicazione. (Mon.
Enrico Galbiati, Prefetto della Biblioteca Ambrosiana).
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