Ho
letto con interesse il testo "Entella, Timoleonte e la cultura del
tempo" recentemente (11 febbraio) riportato sul
blog e credo che possa risultare utile, a chi vuole approfondire alcuni aspetti
di questo evento storico, consultare i testi, scritti e pubblicati da tre
contessioti, di cui riportiamo di seguito titolo e autore:
- “Entella, il Crimiso e la battaglia di Timoleonte" di
Felice Chisesi (Reale Accademia Nazionale dei Lincei - Estratto dei rendiconti
della Classe di Scienze morali, storiche e filologiche Ser. VI, vol. V fasc.
7-10, luglio-ottobre 1929)
- "Entella" di
Nino Chetta (Tipografia G. Bessone, Bordighera, 1937)
- "Entella ed il Crimiso" di Nicolò
Lo Jacono (S. Margherita Belice, “L’Araldo” di S. Margherita Belice, n.12\1963 e n.1-2\1964)
Il Belice Sinistro poco prima di congiungersi col Belice Destro (foto dell'11.02.2014) |
Per
ulteriori approfondimenti si rimanda alla bibliografia ed alle note che
accompagnano il testo delle tre monografie citate, che sono disponibili per la
consultazione nella Biblioteca comunale e nella Biblioteca del Centro Culturale
Parrocchiale di Contessa Entellina.
Di
seguito viene riportata una breve biografia del Prof. Felice Chisesi (1895-1958), docente di
Lettere al liceo Giulio Cesare di Roma. Uno spazio sarà dedicato, nelle
prossime pubblicazioni sul blog, anche agli altri due autori (dott. Nino Chetta
e rag. Nicolò Lojacono).
Nato a Contessa Entellina il 29 giugno 1895, laureatosi in Lettere
presso l’Università di Palermo, il prof. Chisesi si trasferì a Roma, dove
insegnò lettere nelle scuole superiori (docente di Greco e Latino al liceo Giulio Cesare). Appassionato di storia antica, approfondì un episodio che
riguarda la storia di Entella.
Le sue riflessioni al riguardo sono descritte nella monografia
“Entella, il Crimiso e la battaglia di Timoleonte”, sopra citata.
Al prof. Chisesi i contessioti riconoscono il merito di aver
evitato, grazie al suo vivo interessamento e impegno, che il comune di Contessana
Entellina fosse declassato, unitamente al comune di Campofiorito, a frazione di
Bisacquino, che aveva avanzato presso il Ministro dell'Interno un’istanza in
tal senso per incrementare il suo piccolo territorio.
Quando questa istanza fu archiviata, non avendo Contessa e
Bisacquino alcun comune legame storico e culturale, il prof. Chisesi, che a
Roma seguì attentamente l’evolversi della situazione al riguardo, assistito
anche da esperti legali, inviò tempestivamente al sindaco di Contessa un
telegramma, il cui testo originale, breve e significativo é ricordato con
orgoglio dai contessioti più anziani, perché fa riferimento alla identità
etnica, linguistica e religiosa di Contessa, che si differenzia profondamente
da quella di Bisacquino.
Molti ricordano anche la sua grande passione per il canto: nella
ricorrenza delle grandi feste era sempre presente nella chiesa parrocchiale per
cantare, con la sua splendida voce, nel coro o come solista, vari brani della
Divina Liturgia, celebrata in rito
bizantino-greco.
Il prof. Chisesi è morto a Roma il 7 aprile 1958.
Tentativo nel 1929 di
declassare Contessa e Campofiorito a frazione di Bisacquino
I
contessioti, eccetto pochissimi anziani, ignorano il tentativo del
Comune di Bisacquino di incorporare nel 1929 il territorio di Contessa e Campofiorito, declassando questi due comuni
a frazione.
Il dott. Luigi Genovese, Podestà di Contessa, si
oppose decisamente a questa pretesa di Bisacquino, come emerge chiaramente dal
testo della delibera n. 106 adottata il
22 novembre 1929, di cui viene riportato, di seguito tra virgolette, qualche
brano.
Avendo il Podestà di Bisacquino, nel mese di agosto
1929, chiesto al Ministro dell’Interno l’aggregazione al proprio Comune dei
Comuni di Contessa Entellina e di Campofiorito, “destinati a sparire per deperimento di popolazione”, il dott.
Genovese rilevò che il Comune di Bisacquino era “ossessionato dall’idea della
propria grandezza …..con la fantastica creazione di un oceano di industrie,
commercio, traffici con l’interno e con l’estero, dando ad intendere essere un
emporio da superare qualunque città, pur di raggiungere la meta prefissa”.
Il Podestà di Contessa rilevò che “la realtà è ben
altra e non depone certamente in favore delle egoistiche pretese” di
Bisacquino, per cui “occorre smantellare un edificio artificioso accampato in
aria” e pertanto delibera “opporsi
fortemente alla domanda di quel Podestà con analogo ricorso, di cui ne
autorizza la redazione e la presentazione, adducendo tutte le ragioni che
militano a favore di questo Comune, acciocché sia scongiurato il disastro della
totale scomparsa di un vetusto Comune non solo ma anche non sia menomamente
intaccata l’integrità del suo avito territorio, indispensabile alla sua
esistenza.”
A fronte delle fondate motivazioni
addotte da Contessa nel ricorso, le assurde e infondate aspettative di
Bisacquino furono deluse. In seguito su tale argomento saranno pubblicate
ulteriori informazioni.
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