Se la terra fosse situata in un qualche luogo dello spazio e vi stesse in quiete senza alcuna gravitazione, e là, in seguito, venisse contemporaneamente trasfusa in essa una forza gravitante verso il Sole e un umpulso trasversale, di determinata quantità, che la facesse muovere in linea retta secondo una tangente alla sua orbita, la combinazione di questa attrazione causerebbe, a mio avviso, un moto circolare di rivoluzione della Terra intorno al Sole. (....) In secondo luogo, non conosco nella natura alcuna forza che potrebbe causare questo movimento trasversale senza il sostegno divino. Così, dunque, la gravità può immettere i pianeti in movimento, ma senza il potere divino non avrebbe potuto immetterli nel moto circolare che essi hanno intorno al Sole; e perciò per questo, come per altre ragioni, sono costretto ad ascrivere la struttura di questo sistema ad un agente divino.
Isac Newton, Lettera a Richard Bentley (1692)
Gli antichi, o diciamo i contemporanei di Aristotele (384-322 a.C.), conoscevano solamente i sette corpi osservabili a occhio nudo:
Mercurio
Venere
Sole
Marte
Giove
Saturno.
Per essi tutti questi corpi orbitavano attorno alla terra trasportati da sfere concentriche.
Aristarco (III sc. a.C.) tentò, per primo, di calcolare la distanza della Luna e del Sole applicando elementi di geometria dei triangoli. Il criterio si avvaleva misurando le dimensioni dell'ombra della Terra durante l'eclissi di Luna. I suoi calcoli furono abbastanza vicini al valore oggi registrato dalla scienza (km. 384.000). Aristarco sbagliò, e di molto, invece a misurare la distanza del Sole (7 milioni di km invece dei 150 chilometri oggi ammessi. Ad Aristarco va tuttavia il merito di avere capito che il Sole è molto, ma molto, più grande della Terra. Questa circostanza convinse quell'antico studioso a ritenere che fosse il Sole al centro dell'Universo e non la Terra.
E non finisce qui. Aristarco capì -siamo nel III secolo prima di Cristo- che la Terra ruotava su se stessa (da ovest a est) e che pertanto non erano le sfere delle stelle fisse a ruotare da est a ovest.
Aristarco era uno studioso che non poteva competere però con l'autorità di Aristotele, cosicchè Tolomeo (100-170 d.C.), un matematico, sistemò le cognizioni aristoteliche in forma scientifica e nessuno per secoli osò più mettere in dubbio che le cose non stessero così.
Sarà Copernico (1473-1543) a riflettere sull'inganno che i sensi umani avevano consentito.
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