Il male dell'Italia si chiama "debito pubblico". Tutto il resto dei nostri mali e' conseguente e collegato ad esso. Il debito che porta i nomi e cognomi dei responsabili politici dell'ultimo ventennio (Berlusconi, D'Alema, Prodi, Bertinotti etc.) non puo' essere abbattuto con finti tagli degli sprechi, ritardi nei pagamenti di natura commerciali, bloccando i contratti di lavoro e riducendo le pensioni. Sono tutte misure che negli ultimi tre/ quattro anni si sono rivelate inconsistenti: il debito ha continuato a crescere mese dopo mese.
Negli anni della prima repubblica il rimedio preferito per ridurre il debito era l'inflazione portata fino al limite del 20% annuo; inflazione fatta bloccare con iniziative energiche (scala mobile) da Bettino Craxi: Oggi la moneta unica -ossia valida a Palermo come a Berlino- non consente rimedi da furbetti, ossia che si ripercuotono sui ceti piu' fragili della societa'.
Politici seri, che avessero a cuore le sorti del paese, avrebbero gia' fatto ricorso in Italia all'imposta patrimoniale. Rilevazioni statistiche recenti ci dicono che la crisi ha ulteriormente fatto arricchire quel 10% di italiani che gia' controllavano la meta' della ricchezza nazionale.
Servirebbero pero' politici seri ed energici.
In Italia mancano i politici seri e pertanto il paese continuera' ad affondare e -verosimilmente- a trascinare con se quel poco di unita' politico-economica del continente europeo finora realizzata.
I demolitori ad ogni costo dell'Unione Europea (i grillini, da un versante, e Vendola per altre vie) suggeriscono l'uscita dall'euro ed il ritorno alla lira, ormai divenuta liretta, ossia l'impoverimento generalizzato del paese piuttosto che chiamare a contribuire il 10% della popolazione arricchitasi sulle difficolta' del 90%.
Chi suggerisce questo percorso vuole in buona sostanza inflazione a due cifre e artificiale incremento (doping) della domanda interna che si vanifichera' nel giro di sei mesi per poi riprendere con ulteriori immissioni di "carta" che produrrà inflazione galoppante in un un meccanismo sempre piu' a spirale. Significhera' avvicinamento dell'Italia al Nord Africa piuttosto che al resto dell'Europa.
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