Leggiamo sui giornali
(Convinzione dei ben pensanti e’ che essi non abbiano mai sbagliato )
Le carceri. Diamo un’occhiata a luoghi ai quali di solito molti di noi, cittadini che ci riteniamo onesti, non ci interessiamo granché. Nelle carceri attualmente soggiornano 60 mila persone. All’appello ne mancano 67: sono quelle che si sono suicidate nel corso del 2023.
Già nel 1904 Filippo Turati ( politico, giornalista e politologo, tra i primi e più importanti leader del socialismo italiano e tra i fondatori, a Genova nel 1892, dell'allora Partito dei Lavoratori Italiani) disse che le carceri italiane erano «una vergogna» e che costituivano di fatto una «vendetta sociale atroce» e per di più inefficace.
«Sappiamo che il carcere è criminogeno, ma non esiste neanche una ricerca recente sulla recidiva - ebbe a dire Gonella ( giornalista e politico italiano, segretario della Democrazia Cristiana e ministro. Fu il primo presidente dell'Ordine dei giornalisti, istituito con legge 3 febbraio 1963, n. 69) - Noi non abbiamo i dati per farla, ma sarebbe molto utile per capire quanto sia sbagliata la logica del “marcire in galera”. Quel “marcire in galera” è effettivamente un linguaggio premoderno che ha un effetto indiretto, in attesa che arrivino le condanne a pene superiori previste da leggi più recenti.
In un mese nel carcere di Montorio ci sono stati tre suicidi. Uno è quello di Oussama Saidiki, 30 anni: i detenuti della sua sezione hanno scritto una lettera aperta per denunciare come Oussama, «persona amata, rispettata e benvoluta», sia stato lasciato solo con un forte disagio psicologico che era noto.
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