Regno borbonico
Durante la sovranità borbonica,
dal 1734 al 1860, la popolazione
del regno era aumentata da tre a
quasi nove milioni. Sebbene il regno
fosse complessivamente autosufficiente,
la popolazione viveva in una condizione
materiale tipica di una società pre-
industriale, dove esistevano fasce
privilegiate di popolazione che
vivevano nel lusso e masse popolari
che stentavano a superare il livello
di sussistenza, anche se secondo il
censimento del 1845 i veri poveri
erano solamente l’1,34% della popolazione(!),
non c’era emigrazione (verso gli
stati esteri) e le casse dello stato erano
floride (ma non erano a disposizione
del bene comune).
Alla fine del XVIII secolo, meno di
un quinto della popolazione era costituita da
una fascia privilegiata costituita da
nobili, feudatari, militari, uomini
di legge (giudici, avvocati, procuratori,
notai ecc.), medici, esercenti professioni
liberali, gran parte dei quali agevolati
dall’appartenenza a “famiglie” storiche,
e da ecclesiastici, forti di una posizione
che spesso andava oltre quella consentita
dal ruolo. Il resto era costituito da
contadini, braccianti, marinai, pastori,
artigiani; la maggior parte del loro
reddito era impiegato nelle spese
alimentari.
Nessun commento:
Posta un commento