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IN ITALIA PREVALE abbondantemente LA SPESA CORRENTE SUGLI INVESTIMENTI
Fra pensioni, stipendi, consumi intermedi, sanità, assistenza e via dicendo, ogni anno -riportano i giornali- l’Italia registra una spesa publica di oltre cinque volte superiore al Pnrr recentemente assegnato dall’UE.
Secondo la Cgia di Mestre, a chiusura del 2023 le uscite complessive dello Stato supereranno, in termini assoluti, i mille miliardi contro i 194 miliardi del piano di investimenti finanziato dall’Ue (il PNRR).
La spesa corrente «incide, al netto degli interessi sul debito, attorno al 90 per cento circa della spesa totale», prosegue l’associazione di artigiani e piccole imprese di Mestre.
«La voce più onerosa è riconducibile alle pensioni che ammontano a 317,5 miliardi di euro. Seguono le uscite ascrivibili al personale pubblico con 188,7 miliardi, i consumi intermedi con 170,8 miliardi, la sanità con 134,7 miliardi e l’assistenza e le misure di sostegno al reddito con 106,5 miliardi. Quest’anno il costo per ripagare il debito ammonta a 78,4 miliardi di euro»», calcola la Cgia, lamentando che le politiche di revisione della spesa corrente attuate negli ultimi 10 anni non sono riuscite a intaccare «sprechi, sperperi e inefficienze».
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