Ci è capitato leggere che il re babilonese Nabucodònosor, quello di cui sappiamo avere deportato il popolo di Israele a Babilonia, fra i prigionieri individuo’ Daniele e altri giovani di famiglia nobile. Per costoro il re ordinò che fossero istruiti nella scrittura e nella lingua dei Caldei e dispose inoltre che fosse garantita loro una razione giornaliera di vivande e di vino della sua tavola per tre anni, al termine dei quali sarebbero entrati a far parte della corte regia.
Ma Daniele, praticante ebreo, decise di non volersi contaminare con le vivande del re e con il vino dei banchetti e manifesto’ al capo dei funzionari la sua determinazione. Questi ovviamente esitava e Daniele disse: «Mettici alla prova per dieci giorni, dandoci da mangiare cereali e legumi e da bere acqua, poi si confrontino, alla tua presenza, le nostre facce con quelle dei giovani che mangiano le vivande del re». Il funzionario fece la prova per dieci giorni; terminati questi, si vide che le loro facce erano più belle e più floride di quelle di tutti gli altri giovani che mangiavano le vivande del re (così il libro biblico di Daniele 1, 3-16).
La Bibbia non riporta quale fosse il cibo del re, ma gli storici dalle scene di caccia degli splendidi bassorilievi di Babilonia asseriscono che si trattasse soprattutto di carne.
Daniele continuò a digiunare per 21 giorni dai cibi del re e mangiava solo semi e verdure.
Ai nostri giorni un gruppo di ricercatori tedeschi ha diffuso i risultati di una sperimentazione in cui le persone trascorrevano 21 giorni a cibarsi con molta carne e 21 giorni in cui la stessa quantità di calorie fornite dalla carne era consumata sotto forma di cereali integrali.
Risultato: Consumando cereali le persone partecipanti alla ricerca persero massa grassa e migliorarono la funzionalità intestinale arricchendone la varietà microbica.
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Piatti a base di cereali integrali sono secondo lo studio dei ricercatori molto preziosi e le Ricette come:
==la pasta e fagioli (preparata con la cipolla, qualche pomodorino e il peperoncino),
==la pasta e ceci con aglio, prezzemolo e alloro),
==la pasta con le fave (in Sicilia accompagnata da finocchietto selvatico e ricotta salata), abbondantemente condite con olio extravergine di oliva, quelli che erano in passato i piatti base della cucina mediterranea del Sud Italia, sono da ritenere piatti completi che preservano (secondo lo studio di cui sopra) salute e contentezza, ed andrebbero riscoperti oggi.
Il suggerimento, ripreso dallo studio, propone:
Reintrodurre i legumi un poco alla volta, in piccole quantità (per esempio, un cucchiaio al giorno) per riabituare l’intestino nutrendo quei microbi del proprio corpo che sono capaci di digerire le fibre.
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