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venerdì 22 dicembre 2023

Nel Mediterraneo si continua a morire, ma … ne sappiamo poco

E’ calata l’indifferenza?

Ci approssimiamo al Natale 2023 e ci capita di leggere sui giornali che negli ultimi dieci anni (2013-2023) nel Canale di Sicilia, nel Mediterraneo, sono morte affogate, nel tentativo di inseguire una vita più umana e dignitosa di quella trascorsa nelle aree di origine, 28.000 persone, equivalenti agli abitanti di una città come Aosta.

Il piccolo Alan Kurdi
Non e’ dato sapere se questa cifra continua a farci effetto, scrive qualche giornale. Eppure nessun sistema, una qualsiasi forma di soccorso per limitare questa strage, è stato finora trovato. 

In compenso però sta accadendo che nessuna immagine, nessuna informazione passa attraverso i media per farci conoscere ciò che accade. Eppure non tutti i media, nell’Occidente, dovrebbero essere sensibili al volere dei vari governi che -a quel che pare- tendono a non volere angosciare le opinioni pubbliche con questo tipo di notizie.

Non vediamo più’, o vediamo sempre meno, le sciagure; e’ come se  mancassero i testimoni, i media. 

E’ come se in fondo Alan Kurdi, il bambino curdo morto sulla spiaggia turca di Bodrum e che commosse per poche settimane il mondo intero,  non ci riguarda. 

 In Occidente, pare che abbiamo imparato l’indifferenza, altrimenti non riusciremmo a dormire.

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