La Sicilia
del cinquecento
Raccontare la Sicilia negli anni
in cui la Spagna vive il suo secolo
d’oro, e l’isola tramite la persona
di Carlo V torna a far parte del
Sacro Romano Impero, richiederebbe
uno spazio che l’economia dell’opera
non prevede. Il secolo d’oro della
Spagna, tuttavia, non comporta che sia
anche il secolo d’oro della Sicilia.
Neppure il rientro nel Sacro Romano
Impero implica che l’Isola torni ad
avere lo stesso ruolo che al tempo di
Federico II. Nel 1500, a prescindere
dalla scoperta dell’America, il Mediterraneo
non è più la via dell’Europa verso
l’Oriente, la Grecia, i Balcani e
direttamente o indirettamente tutto
il Nord Africa, ne fa un mare blindato.
La Spagna è la frontiera dell’Europa
cristiana, della quale la Sicilia costituisce
il baluardo più avanzato è più esposto
alle incursioni turche. L’implacabile
conflitto fra Carlo V imperatore e
Francesco I re di Francia, che si avvale
dell’alleanza ottomana, rende ancora
più importante è delicata la funzione
di baluardo della cristianita’ svolta
dalla Sicilia, e, nello stesso tempo, però,
rende più necessaria la sua dipendenza
dalla Spagna e dall’impero. Senza
quell’appartenenza, la Sicilia sarebbe
una facile conquista dell’espansione
imperialista ottomana: tornerebbe,
cioè, ad essere dominio islamico.
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