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mercoledì 6 dicembre 2023

La società in cui viviamo

Quando gli ideali trovano giustificazione

nel portafoglio

Gli ucraini di qualche tempo fa hanno attratto le simpatie di più parti del pianeta; un popolo compatto si ritrovò a difendere la propria indipendenza di fronte alle minacce di un paese “imperialista” (la Russia) che non tollerava l’intenzione di vedere Kiev dialogare e simpatizzare con l’Occidente. E però -si capisce molto apertamente- le intenzioni dell’Occidente sono variabili (mutevoli); d’altronde sul pianeta spuntano ovunque situazioni che l’Occidente di oggi -da solo- non riesce più a tenere sotto controllo.

La Casa Bianca ha notato che il Congresso USA mostra segni di indifferenza o comunque di distacco dal destino di Kiev.  Un alto funzionario, vicino al presidente Biden ha scritto ai leader repubblicani e democratici del Congresso per spiegare che «non esiste una pentola magica». Nel senso che «i soldi per Kiev sono finiti ed è quasi finito anche il tempo». «Se il Congresso non si muove entro fine anno, esauriremo le risorse» con il risultato di «possibili vittorie militari russe» e… il ritorno dell’Ucraina nell’orbita russa.

I soldi sono finiti ed il Congresso (=un ramo del Parlamento USA)  non ha approvato finora gli aiuti da 106 miliardi di dollari chiesti da Biden due mesi fa, che includono 60 miliardi per Kiev e il resto per Israele, l’Indo-Pacifico (=questione Taiwan) e la sicurezza al confine Usa-Messico. I repubblicani, in cambio degli aiuti all’Ucraina, vorrebbero provvedimenti  più duri sull’immigrazione. La Casa Bianca ha provato a sottolineare che una buona parte dei fondi va a beneficio dell’economia americana, infatti: dei 111 miliardi approvati per Kiev dal 2022, ben oltre il 60% è stato speso nell’industria della Difesa americana.

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