Verso il dopo Abramo
- Abramo, nella Bibbia, è il primo dei patriarchi e capostipite del popolo ebreo e di quello arabo. Nel racconto biblico (Genesi 11-25) Dio strinse un patto con Abramo promettendogli dalla moglie Sara un figlio, Isacco, e un'innumerevole discendenza; segno del patto fu la circoncisione di tutti i maschi della sua casa. ...
Hebron è ai nostri giorni una città della Cisgiordania di circa 200.000 abitanti più, circa, 700 ebrei che vivono nell'antico quartiere della città, a cui si devono aggiungere i circa 7.000 ebrei della contigua colonia israeliana di Qiryat Arba. Si trova a circa 30 km a sud di Gerusalemme lungo la dorsale dei monti della Giudea.
Nella narrazione biblica dei patriarchi, Hebron è strettamente associata alla figura di Abramo, che vi acquistò la grotta di Makhpēlāh come tomba di famiglia. Ha origini antiche e ai nostri giorni la regione su cui sorge è denominata Cisgiordania.
Stando agli studi archeologici e ai resti portati alla luce si suppone che la città fosse al massimo della floridezza nel 2300 a.C., per poi via via declinare. La porta della città era imponente, fino a 6 metri di altezza.
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Stando a Genesi Abramo chiese a Efron l'ittita (=Gli Ittiti furono un popolo di lingua indoeuropea che nel II millennio a.C. abitò la parte centro-orientale dell'Asia Minore. È il più noto degli antichi popoli anatolici. Nella seconda metà del XIV secolo a.C. gli Ittiti si affermarono come una delle più importanti e potenti popolazioni del Vicino Oriente antico) di vendergli la grotta di Macpela, situata -appunto ad Hebron- come futura tomba per sua moglie Sara. La conversazione, si legge, si svolse a portata d'orecchio di "quanti erano convenuti alla porta della sua città" (Genesi 23,10).
Gli scavi archeologici hanno consegnato un testo cuneiforme (antico sistema di scrittura in uso nel Vicino Oriente antico tra la fine del IV millennio a.C. e il I secolo d.C.) che lascia immaginare che si trattasse di un insediamente prettamente pastorale. Circostanza che conferma la rappresentazione biblica che riferisce di pascoli con la grande mandria "alle Querce di Mamre".
Abramo decidendo di fermarsi ad Hebron e di separarsi dal nipote Lot resta senza eredi. La moglie, Sara, era infatti sterile. Per un capo tribù, quale era Abramo, la questione esigeva delle risoluzioni: divorziare da Sara e sposare una donna locale stante che le leggi mesopotamiche, compreso il Codice di Hammurabi, ammettevano come motivo sufficiente per divorziare l'infertilità della donna. Il marito, in caso di risoluzione matrimoniale, avrebbe dovuto restituire "l'intero importo del suo prezzo di matrimonio ...e la dote che ella aveva portato con sé dalla casa di suo padre".
Esisteva, già in quei tempi, una ulteriore possibilità: coinvolgere una madre surrogata, tema di cui tanto si dibatte in sede politica ai nostri giorni in Italia. Le leggi di allora già prevedevano, stando ad un contratto assiro del XIX secolo a.C., che se una moglie non riusciva ad avere un figlio entro due anni dal matrimonio, doveva acquistare una schiava con il preciso scopo di concepire il figlio di suo marito. La ricorrenza di questa usanza è confermata dal Codice sumero di Lipit-Ishtar (1860 a.C. circa), dal Codice di Ur-Nammu (XXI secolo a.C.) e dal documento legale redatto da Urukagina, re di Lagash (2350 a.C.).
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L'ansia di avere figli non è altro che l'ansia umana di avere continuità. E' come non possedere uno specchio in cui riflettersi. Secondo il biblista, Card. Ravasi, la Bibbia non va letta alla maniera letteralista. Le parole umane sono, sarebbero, semplicemente un adattamento della parola di Dio.
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I Tempi scientifico-storici (ripresi da National Geographic)
Circa 1900 a.C. Circa 1900 a.C. Circa 1900 a.C. Circa 1894 a.C. Circa 1860 a.C.
Gli elamiti migrano Gli Assiri sviluppano La scrittura cuneiforme Samu-Abum fonda La legendaria data di
dalla Persia alla stazioni commerciali viene semplificata una nuova dinastia fondazione di
Mesopotamia in tutto il Vicino Oriente a seicento segni a Babilonia Babilonia da parte degli
Amorrei
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Il credente cristiano:
Vincenzo Paglia
dal testo "Essere cattolici - Dialoghi con Saverio Gaeta"
... smarrendo Dio si perde anche il senso stesso della vita e delle sue manifestazioni. L'esperienza del limite e dello scacco, i drammi di due guerre mondiali e il terrore nucleare, la difficoltà o l'apparente indissolubilità di gravi problemi (basti pensare a quelli legati alla bioetica), spingono credenti e non credenti a riproporre le domande ultime, appunto quelle sul senso della vita e della storia. La ragione scopre i suoi limiti e la religione torna di moda, potrebbe dire qualcuno. Le religioni storiche -come il cristianesimo, l'ebraismo, l'islamismo, l'induismo, il buddhismo- godono di un rinnovato impulso in termini di adesione e di partecipazione popolare.
C'è però da rilevare anche il fatto che la fede appare scarsamente incidente sulla vita e sui comportamenti delle persone. In molti continuano a parlare di irrilevanza della religione. Forse si accompagna alla debolezza della ragione, visto che talora il ritorno del sacro ha i tratti di un antirazionalismo che tutto dissolve in un magma esperienzale. La robusta adesione a un credo capace di coinvolgere radicalmente la vita viene sostituita da un vago sentimentalismo. E la fede, dove ancora resiste, rischia di essere concepita come un'opinione tra le altre: accettatya si, ma non nella sua interezza e comunque non nella sua esclusività. Si va affermando, soprattutto nel mondo occidentale, una sorta di "supermercato" delle fedi e delle religioni, ove ciascuno, a seconda dei gusti personali, sceglie ciò che vuole, costruendosi una religione a proprio uso e consumo senza altri riferimenti che se stesso e il proprio benessere.