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Da uno stralcio di commento e illustrazione storica curato dalla Biblioteca Nazionale di Palermo, che ricalca il libro e le riflessioni di Gaspare Nicotri "Rivoluzioni e rivolte in Sicilia" riprendiamo:
Pochi giorni appresso tornava ministro presidente. A Quarto aveva mostrato di non credere a pericoli da parte della Sicilia; appena giunto al potere richiamava le navi mandate laggiù dal Giolitti suo predecessore; poi subito le rimandava lui stesso. Perché ? Punto oscuro della sua politica, in quel triste anno. E appresso diede in eccessi. Ma tutto fu nulla, opera di Fasci e opera di Governo. La situazione non era stata creata dai Fasci, non fu risolta dal Governo con le sue violenze: permase quale era, emanazione storica delle condizioni millenarie del Paese. Cita bene a proposito il Nicotri un detto d'allora del Di San Giuliano: I Fasci non sono causa, sono effetto della grave situazione della Sicilia.
Nicotri asserisce che secondo il Di San Giuliano ciò che Crispi pensò a Quarto è che i dirigenti dei Fasci avrebbero dovuto far miglior viso a lui tornato nuovamente al potere. La realtà è stata che il profondo problema di sofferenza delle aree latifondistiche non lo si volle, dal Crispi, risolvere sul piano legislativo, ed il commentatore del testo del Nicotri così conclude: "Intanto v'è una parte d'Italia dove possono esistere Comuni di tremila abitanti come quello di Contessa Entellina, nel quale il territorio di 25.000 ettari appartiene per 24.000 a signori che vivono in perpetuo assenteismo, sottraendosi persino ai doveri tributari locali, come il Nicotri asserisce, citando da Cammareri Scurti (Il latifondo in Sicilia), e aggiungendo di suo certo ab uno disce omnes, che deve essere almeno approssimativo.
Il Nicotri aveva sempre auspicato che in quel fine Ottocento potessero sorgere dal Movimento dei Fasci delle Leghe cooperative di contadini che dessero un volto diverso e nuovo alla Sicilia. Ed invece a chiusura del testo si chiede, a repressione disposta da Crispi e a fuga in America di migliaia di contadini -di cui oltre duecento da Contessa Entellina-: Garibaldi, cosa è venuto a fare in Sicilia?
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