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venerdì 10 giugno 2022

Sicilia dei viaggiatori. Dal Barocco al Novecento (3)

La descrizione della Palermo seicentesca (III parte)
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Per leggere la prima parte pigia q u i
per leggere la seconda parte pigia 2° Q u i

Albert Jouvin de Rochefort 
è stato un cartografo francese.
Lo spazio barocco: Palermo come Madrid

   Le abitudini negli alberghi 


Alloggiavamo nei pressi del convento del Carmine, all'Albergo del Leone; ebbene è tipico degli alberghi siciliani, come di quelli spagnoli, il poter contare solo sulle camere mobiliate, così se si vuole mangiare qualcosa la si deve mandare a comprare al mercato e farla preparare in albergo a gusto proprio. Prendevamo la strada degli argentieri, che sbocca nella Piazza dei Mercanti, adorna di un bel palazzo in cui essi hanno l'abitudine di incontrarsi, per poi andare a passeggiare sul porto. Quello piccolo si apre all'interno della città, ed è chiuso da un breve molo sul quale si trova l'ufficio che rilascia i permessi sanitari ed altri passaporti, posto di fronte alla grande fortezza di Castellamare, fiancheggiata da diversi bastioni che formano una grande cittadella. Innanzi ad essa sorge in una grande piazza la bella chiesa di Piedigrotta, chiamata anche di "Monte Sara". Soltanto piccole barche e feluche possono entrare in quella cala, perché poco profonda.   Si deve uscire dalla Porta S. Giorgio per raggiungere invece il porto grande, capace di contenere una intera armata navale, anche se il vento di Grecale genera a volte delle tempeste così furiose da far affondare le navi ivi ancorate.

Dopo aver poi oltrepassato un grande sobborgo in cui si trovano magazzini e taverne per i vini provenienti da fuori città e, seguendo un ampio lungomare ornato da fontane di fronte all'Arsenale dove erano alcune galere in fabbricazione, abbiamo veduto più avanti i grandi caricatoi di questa Sicilia dove il grano cresce in tanta abbondanza che viene fornito a molte regioni dell'Europa, e specialmente alla Spagna. E' il lungomare una delle passeggiate più piacevoli di Palermo e finisce al castello della Fortezza del Molo, fiancheggiato da quattro torrioni; da qui inizia appunto il molo, lungo 500 passi, che si avanza nel mare per delimitare e proteggere così dai venti pericolosi il porto, nel quale sono sempre ormeggiate cinque o sei galere ben armate e pronte ad issare le vele. Alla sua estremità si ergono una alta torre ed un fortino con una guarnizione spagnola a guardia dell'entrata, come nelle altre fortezze della città che è infatti una tra le più importanti piazzeforti d'Italia.

Dal lungomare siamo tornati alla Porta San Giorgio oltre la quale si può camminare, all'ombra degli alberi di un delizioso viale, fino al convento dei Padri Minimi e, proseguendo lungo le mura della città, si può giungere al convento dei Padri Cappuccini, in un sito tra i più incantevoli del luogo per i vasti giardini irrigati da numerose fontane e dalle belle sorgenti di cui è ricca questa piccola conca. Siamo anche andati al Convento della Carità ed abbiamo pure veduto la bella villa del Marchese di S. Giovanni, rientrando poi in città attraverso la Porta Nuova che è nei pressi del Palazzo Vicereale.

(Segue)

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