Ma l'uomo sulla Terra quando è comparso?
Può anche non piacere a qualcuno dei lettori ma la Storia e la Scienza dell'uomo, risalendo in un ideale albero geologico (che in realtà consiste nel vagliare documentazione fossile) si imbattono, arrivando fino a 65 milioni di anni fa (Mesozoico), in pro-scimmie, scimmie comuni e scimmie antropomorfe.
In verità la Scienza oggi è in condizione di esporci cosa c'era prima di quei 65 milioni di anni fa e prima che spuntassero i primati, ma si tratta di un quadro che non può interessarci dal momento che il nostro tema centrale è capire che tipo di vita e da quando -ad Entella- conduceva l'essere umano.
Ci basta conoscere alcune cognizioni di ripartizione del tempo successivo al Mesozoico in Oligocene (circa 35 milioni di anni fa) e in Miocene (circa 5 milioni di anni fa quando le scimmie cominciano a potersi definire antropomorfe (=animali che presentano sembianze umane). Da questa ripartizione e da questa individuazione delle scimmie antropomorfe gli studiosi individuano la superfamiglia Hominoidea, di cui rimangono oggi i seguenti gruppi viventi:
- i gibboni asiatici,
- i gorilla,
- gli scimpanzé,
- l'orangutango,
- l'uomo.
E' ovvio che dall'Homoinoidea (=gli ominidi) per arrivare all'uomo del terzo millennio si sono attraversate parecchie traiettorie evolutive che ci hanno allontanato dalle scimmie antropomorfe.
Cosa ha consentito la traiettoria evolutiva che ci ha fatto arrivare sino all'Uomo? Semplificando di parecchio i discorsi scientifici possiamo chiudere la pagina sintetizzando che si è trattato di un processo adattativo oltre che di dati genetici prossimi. Ricordiamo infatti che l'uomo odierno e lo scimpanzé odierno hanno il 98% del DNA in comune.
(Segue)
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