Appunti e riflessioni ripresi dalla bozza predisposta
dalla Commissione intereparchiale in vista del Sinodo (2003)
7. La salvezza annunciata
La vita nuova nella fede è destinata a rendere gli uomini "partecipi della natura divina" (2 Pt 1,4) nella comunione nella Trinità Santa. La vita divina ci viene comunicata nell'accoglienza della Parola perennemente proclamata ed attraverso l'economia dei santi Misteri, i sacramenti, la cui struttura -ad un tempo fatta di realtà materiali e insieme della grazia divina che esse comunicano- corrisponde alla struttura creaturale dell'uomo, corpo materiale e spirito capace della comunione con Dio.
8. La salvezza accolta
La Parola e i sacramenti rendono i discepoli realmente figli di Dio (1 Gv 3,1), e perciò realmente capaci dell'autentica fraternità umana. La Scrittura attesta che Dio chiama alla comunione con lui non singoli individui, ma tutta intera la comunità di coloro che credono in lui e che, nella fede, costituiscono il popolo di Dio. L'alleanza che Dio stringe fin dall'Antico Testamento con un popolo particolare, i discendenti di Abramo secondo la carne (Gen 12, 2-3), si estende, nella nuova e definitiva alleanza celebrata nel sangue del Signore (cfr. Mc 14, 22-24), a tutti gli uomini che condividono la fede di Abramo (cfr. Rm 4, 11-12).
Dio è rimasto fedele al suo impegno di salvezza, e lo realizza totalmente in Cristo per ogni uomo. In Cristo "non esiste più Giudeo né Greco, schiavo né libero, maschio né femmina, (Gal 3,28). I discepoli del Signore formano perciò un solo Corpo, perché per essi c'è "un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo" (cfr. Ef 4,4-5).
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