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mercoledì 15 giugno 2022

Riflessioni da terzo millennio ... come in democrazia si affrontano i problemi

 Sembrava che, almeno in Europa, le guerre stessero per scomparire. Dopo le guerre conseguenti alla deflagrazione della Jugoslavia ci eravamo abituati ad un lungo periodo di pace. Ci era persino sembrato che la Russia potesse entrare a far parte delle tante aggregazioni europee; abbiamo avuto in un certo tempo -addirittura- la sensazione che quel Paese volesse e potesse entrare a far parte della Nato.

Adesso ci stiamo accorgendo invece che la pace, anche in Europa, è puramente e semplicemente una condizione ed un tempo limitato, precario, suscettibile di essere accantonato.

Su un testo che affronta questioni risolte e non di ordine mondiale leggiamo che nel 2012 nel mondo sono morte, per le più varie ragioni 56 milioni di persone:

-620.000 sono morte a causa della violenza dell'essere umano (di cui 120.000 a causa delle guerre e gli altri 500.000 a causa del crimine).

-800.000 sono state le persone che si sono suicidate.

-1,5 milioni sono state le persone morte a causa del diabete. 

In pratica accadeva che si moriva più a causa dello zucchero che della polvere da sparo. Adesso, invece, i dati giornalieri che arrivano dall'Ucraina ci fanno pensare che l'uomo, l'essere umano, è divenuto causa di morte di altri esseri umani essendosi abbandonato, affidato, alla guerra per risolvere situazioni che in passato si definivano di "buon vicinato".

Nella vicenda ucraina è letteralmente sparita la convinzione che la guerra sia un evento inconcepibile. L'odio, la cattiveria, il malanimo in oltre cento giorni di combattimenti si sono riaddensati sul concetto di "guerra". 

Le armi nucleari -eravamo convinti- avevano trasformato la guerra come atto collettivo di suicidio e quindi impossibile. Sembrava ovvia la convinzione che su ogni controversia fosse imprescindibile trovare soluzioni alternative e pacifiche.

Eravamo convinti. Ed invece! 

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