L'avarizia
Chi ne è colpito contempla la fortuna virtuale promessa dal simbolo pecuniario, guardandosi bene dal materializzarla in qualunque oggetto concreto. Meglio fantasticare sui mille acquisti che promette, piuttosto che convertirla in uno soltanto.
L'avaro pretende che il simbolo monetario gli procuri tutto il godimento che esso preannuncia, senza essere necessariamente in possesso di una prova effettiva del godimento stesso. Vuole provare "la forma astratta di godimento dei quali tuttavia non gode"; chiede al denaro di godere per lui. Sentendosi fornito, grazie al denaro, di "ogni" potere, questo detentore di capitali si dispensa dalla sorte di potere veramente e resta così al riparo da ogni delusione possibile dal mettersi in gioco. Il denaro conferisce una legittimità a fantasticherie su infinite possibilità, e lascia che il potere concretizzare continui placidamente a luccicare. Un comportamento simile poggia sull'elevatissimo potere che il denaro racchiude in sé nella cultura moderna. E' al tempo stesso "percepibile" e in nessun modo familiare; passa culturalmente per un simbolo assoluto e astratto del valore e nel fare ciò colpisce l'immaginario comune come "un'energia pura".
Alain Deneault
Docente e filosofo. Ha scritto saggi sulle politiche governative, sui paradisi fiscali e sulla crisi del pensiero critico.
nt. 1970
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