Le abitudini negli alberghi
Le città siciliane sono molto numerose: tra queste Messina, Palermo, e Monreale sono sedi di Arcivescovadi, con giurisdizione sui sei Vescovadi di Catania, Siracusa, Girgenti, Mazara, Cefalù e Patti, cui si deve aggiungere Città Vecchia a Malta, che rappresenta il settimo. Le più belle fra tutte sono: Taormina, Augusta, Modica, Caltagirone, Licata, Terranova, Marsala, Termini, Milazzo e da ultimo Castrogiovanni, posta al centro dell'isola, con tre castelli che tutt'ora la dominano, e che è importante soprattutto per essere stata per lungo tempo piazza d'armi di tutto il Regno.
Dovremo tenere in particolare considerazione Trapani, sia perché dotata dio un porto estremamente sicuro, sia per la gran quantità di corallo di cui abbondano le isole vicine, sia ancora per le insigne chiesa di Nostra Signora di Trapani, famosa per i miracoli che vi accadono giornalmente e che richiamano folle di pellegrini da tutta l'Europa. All'interno di essa si può ammirare una gran quantità di lampade d'argento, di dipinti e di ex-voto, tra i quali risalta singolarmente una piccola imbarcazione, interamente fatta in pelle di bue, sulla quale un cristiano, da me incontrato a Siracusa, è riuscito a fuggire dalla Barberia dopo aver lavorato per più di dieci anni a servizio di un cittadino di Tunisi, in una vigna vicino al mare. Qui egli aveva fabbricato sotto una roccia questa barchetta con una pazienza tanto ammirevole quanto l'ingegnosità di cui si era servito: non vi è in essa un chiodo, né piccolo pezzo di legno, ad eccezione di un bastone che funzionava da albero, mentre da vele funzionavano i suoi abiti e la sua camicia; le pelli sono state cucite con tanta abilità da non farvi penetrare l'acqua; dopo aver messo insieme alcune provviste ed aver atteso tempo e vento propizi, egli si è imbarcato sul minuscolo mezzo con l'aiuto della misericordia divina e la protezione particolare della Vergine alla quale aveva indirizzato le sue preghiere prima dell'impresa, facendo voto di renderle grazie una volta giunto in terra cristiana, navigando per ben quattro giorni onde coprire le 50 miglia che separano le coste di Tunisi dalla Sicilia, è arrivato alle isole antistanti la città di Trapani in cui si vede, nella bella chiesa di Nostra Signora, questa barca miracolosa.
Si suol dire che ogni paese ha i suoi costumi, adagio che in Sicilia vale in situazioni le più diverse: gli alberghi, ad esempio, che qui chiamano posadas, non ricevono chi non ha tanto di barba, così che le donne, le ragazze ed i giovinetti non possono dormire in un albergo siciliano onde evitare un qualsiasi sospetto sulla possibilità di peccato tra l'uno e l'altro sesso. Se poi una persona sposata vuole viaggiare con sua moglie, deve portare seco un attestato dal luogo d'origine, in modo che entrambi possano venir ricevuti di notte. Naturalmente vi è un certo abuso di questi attestati, specie nelle grandi città in cui non tutti possono essere conosciuti, come ho dovuto constatare fin troppe volte, visto che si tende in genere a fare proprio ciò che è proibito. E così in tutte le grandi e piccole città vengono assoldate alcune guardie che devono recarsi di notte negli alberghi per controllare se le persone che dormono abbiano la barba, guardie che mi è spesso capitato di veder entrare in piena notte e forzare la porta della camera, quando non viene subito aperta, per guardare al lume di candela se si ha la barba al mento. Le stesse fanno anche la ronda di notte per fermare chi passa per le strade dopo le ore due, facendo pagare la multa a chi non porge un motivo valido o presenta un permesso.
Si aggiunga che non si può viaggiare nel Regno, se non accompagnati lungo il cammino da guardie armate, data la grande quantità di banditi presenti in tutta l'isola: ma spesso le stesse guardie, se non si è vigili, consegnano i passeggeri nelle mani dei malviventi con cui si accordano per il bottino, tanto che si viaggia forse meglio in Turchia che in Sicilia. Si preferisce quindi il più delle volte la comodità del viaggio marittimo per recarsi nelle grandi città, che sorgono quasi tutte sulle coste dell'isola, in cui vi è anche qualche centro abitato da Greci, ivi stabiliti da qualche secolo, ed i cui antenati occupavano anticamente tutta la Sicilia. I loro celebranti dicono messa con un rito proprio e possono anche essere sposati. Il Re di Spagna ha venduto molte delle città siciliane con le loro giurisdizioni a privati che, come se fossero principi sovrani, godono di un'autorità completa ed impongono imposte e tasse su ciò che si produce o che si importa.
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