Ad oggi -23 Ottobre 2021- solo 132 Comuni ricadenti nella Regione Sicilia, su 391, hanno approvato il Bilancio di previsione 2021-2023 e solamente 74 Comuni siciliani hanno approvato il Consuntivo 2020. Ed il 2021 volge ormai al termine.
Va evidenziato ancora che oltre al quadro ora ricordato, anomalo in assoluto, in Sicilia circa 100 Comuni sono in stato di aperto dissesto, sia perché al di sotto del Piano di riequilibrio finanziario che perché strutturalmente deficitari.
Si tratta di numeri eloquenti che rappresentano -con evidenza- quanto il tema delle criticità finanziarie degli enti locali sia divenuto in Sicilia un dato strutturale e di sistema. Non vanno tuttavia escluse le carenze professionali degli apparati burocratici e le scadenti lungimiranze dei politici degli enti locali siciliani. E per oggi trascuriamo la vicenda in cui si sta trovando il Comune di Palermo, che da questione amministrativa-finanziaria è divenuta giudiziaria.
Teniamo presente che i Comuni, combinati "maluccio" come sopra sommariamente trattegiati sono quelli su cui incombono adempimenti per attingere alle risorse del Pnrr. Iinterventi che consistono in modo diretto nel curare le schede progetto in 12 passaggi burocratici per giungere all’obiettivo finale.
Fra decreti, bandi ed intermediazioni si nascondono sostengono tanti osservatori i rischi che potrebbero ostacolare la spesa effettiva dei soldi stanziati dall’Ue per il ‘Pnrr’. Lo svincolo attraverso cui dovranno passare i fondi, e che preoccupano moltissimo gli amministratori locali, sono principalmente due: le intermediazioni ministeriali e quelle regionali. Procedure che, se non saranno velocizzate, rischiano di innalzare ostacoli quasi insormontabili per i Comuni -o le loro associazioni- nell’attuazione concreta dei progetti.
Leoluca Orlando, adesso distratto dalla vicenda che lo vede coinvolto nell'indagine giudiziaria che investe la municipalità di Palermo, nella veste di presidente di Anci Sicilia, ha in passato sottolineato come le devastanti conseguenze della mancata applicazione del federalismo fiscale e di significativi interventi perequativi abbiano penalizzato i comuni al punto da non metterli nelle condizioni di chiudere i bilanci e, di conseguenza, garantire i servizi essenziali ai cittadini.
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