Cosa è l'Icona?
Scrive Giancarlo Vendrame (1944-1993), sacerdote, teologo morale, educatore e formatore di giovani e adulti, nel presentare un libro di Pavel Evdokimov "Teologia della Bellezza: l'arte dell'Icona": L'Icona, secondo Evdokimov, non ha la caratteristica di essere un'opera perfetta; la sua originalità consiste nel mettere insieme povertà e ricchezza: infatti il materiale di cui è fatta un'icona è poverissimo, in quanto si tratta di una tavola di legno; ma la povertà di questo materiale diviene veicolo di una sovrabbondanza di significato. L'Icona raccoglie i frammenti di significato sparsi nelle disparate vicende della vita e li sintetizza in un'immagine che a sua volta diviene guida per la vita di quanti la contemplano.
Ma non basta contemplare l'icona; è necessario trasformarsi in icona vivente. ...
Evdokimov si spinse anche oltre questa posizione ed avanzò l'ipotesi che l'attualità storica esiga che ogni uomo diventi icona vivente di umanità per i suoi simili... ".
E' certo che le icone devono essere belle, ma non devono puntare ad una prospettiva estetica totalizzante; esse devono essere reinterpretate: "Se la bellezza salverà il mondo", la bellezza vera non sarebbe nemmeno da ricercare in ciò che appare più evidente. Dostoevskij, padre dell'espressione ora ricordata, nel romanzo dell'Idiota e in tutte le sue opere, individua la "bellezza" in tutte le manifestazioni, dalla natura alla bellezza dell’arte, ma la sola bellezza che può salvare il mondo, quella autentica, per lui è da ricercare altrove. Nella bellezza che si concretizzerà nel percorso della vita come spazio e verità dell'uomo. Ossia nell'esperienza etica e religiosa dell'uomo rispetto agli altri uomini.
Ai nostri giorni la bellezza, che non coincide con la verità dell'uomo, viene usata specialmente in Occidente come "ornamento" per incentivare, nel commercio, i beni da vendere. La bellezza fa parte -in questa parte del mondo- del marketing. Altra cosa è, a modo di esempio, la bellezza che muove l'etica di una persona impegnata politicamente e che si propone di cambiare la società, l'etica che tempo fa si definiva socialista. Altra cosa -ancora- intende colui che per "bellezza" si reca in Africa non per saccheggiare risorse secondo le regole dell'attuale commercio internazionale, ma per aiutare chi soffre la fame e la miseria.
Tornando all'Icona, sappiamo che il Cristianesimo, quello bizantino ed orientale soprattutto, ha sempre usato l'arte come strumento didascalico mirante a far intendere la "dottrina" ed il "messaggio" cristiano.
In Occidente le Icone vengono generalmente usate per ornamento di ambienti, di case e di siti non assegnando loro alcun messaggio, nessuna lettura interpretativa. Nessuna intenzione che miri verso l'inesprimibile.
L'Icona, ci ha ricordato anni fa un uomo religioso e prestigioso iconografo della Chiesa cipriota, non è comunque un "quadro" a soggetto religioso. Se inteso come tale esso non esprime la "verità" che il Cristianesimo gli ha assegnato.
(Segue)
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