Il quadro circa le grandi correnti di pensiero politico che si erano affermate sul finire dell'Ottocento e che ruotavano attorno a tre principali filoni di azione all'interno di ciascuna entità nazionale (nazionalisti, liberali e socialisti), con la fine della prima guerra mondiale, che inevitabilmente aveva comportato pesanti effetti umani-sociali ovunque in Europa, iniziò a mutare, e a mutare anche profondamente.
=I nazionalisti dei vari paesi ebbero momenti di grande espansione ed entusiasmo col la fine dei grandi imperi europei sovra-nazionali (Russia, Austro-Ungarico, Germanico, Ottomano). In quei frangenti epocali, in più realtà nazionali sorsero infatti molti movimenti indipendentisti; non solamente in ambito europeo ma soprattutto nelle colonie asiatiche ed africane. Va ricordato che ad opporsi alle attese dei nazionalisti francesi, inglesi ed italiani di spartirsi i territori austro-ungarici e ottomani furono gli Stati Uniti. Fu comunque in quel contesto di fine guerra che ovunque, sia nei paesi vincitori che nei perdenti del conflitto crebbe l'onda nazionalista. E' il caso di ricordare come nel mondo arabo, l'Islam -fondato sull'interpretazione letterale delle scritture sacre- iniziò quello che sarebbe divenuto il nazionalismo arabo,
=I liberali del dopo prima guerra mondiale ebbero continue fasi cicliche di crisi in più paesi europei e non sempre riuscirono a reggere e mantenere i presupposti della democrazia. In particolare nell'Italia del dopo-guerra, e non solamente qui ma anche in Germania, per far fronte all'onda nazionalistica, che come vedremo assumerà le sembianze del Fascismo ai danni del sistema parlamentare e democratico, saranno pochi i liberali impegnati a difendere il sistema e a difendere la democrazia, sostenuta e difesa invece nell'Aula e nel Paese soprattutto dai socialisti di Filippo Turati e dal sindacato Cgl di Bruno Buozzi, che da subito si resero conto dello sbocco verso cui stava per sfociare il nazionalismo italiano: nel Fascismo. In quella fase storica il liberalismo italiano era rivestito di "conservatorismo" e di anti progressismo, e la difesa della democrazia rimase compito quasi esclusivo dei socialisti, che peraltro si ritrovarono in quel periodo di turbolenze istituzionale pure indeboliti dalle disposizioni moscovite in favore della scissione dell'ala comunista.
(Segue)
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