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Archeologia - 3
L'evoluzione
Protagonista dei grandi balzi in avanti dell'Archeologia nel secolo passato (il Novecento) è sicuramente stato l'australiano Gordon Childe (1892-1957) che con la sua panoramica sull'Europa preistorica nel 1925 definì il concetto di "cultura" archeologica, attingendo sui precedenti studi dello svedese Oscar Montelius.
Taluni (Robert J. Braidwood), oltre a Childe, in seguito ad appositi progetti sul campo pervennero alla localizzazione della nascita e poi del successivo espandersi dell'agricoltura nel Kurdistan (Iraq).
Via via l'archeologia dalla ricerca sul campo passò pure alla elaborazione dei "cambiamenti" avqQ enuti all'interno delle società preistoriche: processi demografici, sociali e tecnologici. Si affermò pure l'approccio ambientale, l'epistemologia (studio critico della natura e dei limiti della conoscenza scientifica).
In buona sintesi l'attività archeologica nei tempi più recenti ha abbandonato il fiuto personalistico delle origini in favore delle analisi rigorose, coadiuvate dalle elaborazioni dati su compiuter e sulla verifica delle ipotesi. Tutto ciò non significa tuttavia che in tempi più recenti non siano stati rivalutati dall'archeologia processuale pure i dibattiti teorici fra gli addetti ai lavori.
Per dirla in breva l'archeologia è oggi approdata nell'impiego del "metodo scientifico". ed ha abbandonato il "relativismo" secondo cui tutto -e a chiunque- era permesso. Forse possiamo -alla luce di quanto siamo riusciti a riportare su questa pagina- asserire che le vivacità delle discussioni fra archeologi sono oggi sono venute meno, ed tutto ciò è avvenuto all'insegna dell'affermarsi della "scienza archeologica".
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