Economia Circolare
Proseguendo a sfogliare il Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) ci imbattiamo in espressioni che suonano "economia circolare e agricoltura sostenibile". A questa voce di intervento sono assegnate 5,27 miliardi di euro allo scopo di migliorare la gestione dei rifiuti verso un’economia circolare e sviluppare una filiera agricola e alimentare sostenibile.
L’Italia ha recepito le direttive europee in materia di economia circolare con l’obiettivo di arrivare al 65 per cento di rifiuti riciclati entro il 2035 e con solo il 10 per cento di rifiuti che finisca in discarica. Servono quindi investimenti in grado di colmare il divario tra nord e sud del Paese, creando nuovi impianti di gestione e smaltimento e migliorando quelli esistenti. Per questo il 60 per cento dei fondi destinati a questo scopo (2,1 miliardi di euro) andrà a sostegno di comuni e regioni del Mezzogiorno d’Italia. L'augurio è, per noi di Contessa E., che sappiamo degli sperperi di denaro pubblico prodotti con l'impiantistica che sorge presso l'ex stazione ferroviaria -presso Batellaro sottano-, che i politicanti siciliani festosamente ricevuti in Municipio, non continuino a battere le antiche abitudini delle "opere non utilizzate e non utilizzabili".
I materiali che con maggiore evidenza necessitano di essere smaltiti sono i rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche (Raee), la carta e il cartone, la plastica e i materiali tessili. Finora oltre il 50% del materiale plastico non viene riciclato, ma destinato a termovalorizzatori o discariche. Il Pnrr prevede nel settore un programma nazionale per la gestione dei rifiuti che faccia da collegamento tra Commissione europea e regioni.
Quello dell'agricoltura sostenibile è un concetto che si riferisce a un’agricoltura rispettosa delle risorse naturali, che non continui ad utilizzare sostanze inquinanti per non alterare l'equilibrio ambientale e nel rispetto delle generazioni future.
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