Il 28 ottobre 1922 il governo dichiarò lo stato d'assedio, ma il re (alle 8 e 30) si rifiutò di controfirmarlo e Luigi Facta, presidente del Consiglio, si dimise
Novantanove anni fa, il 29 Ottobre 1922, il Fascismo, movimento politico minoritario in seno al Parlamento e nel Paese, previo la messa in scena di una marcia su Roma, consegue, con la sostanziale complicità della monarchia dei Savoia, l'incarico di costituire un governo.
Si trattò dell'inizio della fine dello stato liberale. Mussolini costitui' un governo con l'assenso dei conservatori, di alcune fasce di ambienti liberali e con l'opposizione del solo fronte socialista. Dopo quell'evento di forzatura istituzionale della "marcia", il Fascismo non lascerà più il potere per un ventennio. Verrà sciolto il Parlamento e via via pure i partiti e con essi le istituzioni della democrazia liberale. Verra' perseguitata ' l'opposizione in ogni località del paese e verranno indotti parecchi italiani a scegliere l'esilio. E non si trattò solamente dei prestigiosi nomi dell'antifascismo che tutti conosciamo, i Pertini, i Nenni, i fratelli Rosselli etc. Furono migliaia gli uomini politici costretti a scegliere l'esilio e tantissimi quelli costretti a vivere al confino, in località lontane dai contatti umani. Tanti vennero persino assassinati, il nome di Matteotti li rappresenta simbolicamente tutti.
Pure nei paesini, come Contessa Entellina, su segnalazione e pressione dei fascisti locali furono proposti gli allontanamenti degli esponenti più in vista dell'antifascismo locale di ispirazione socialista, fra cui due giovani studenti universitari che si erano distinti nell'organizzazione di manifestazioni e proteste a difesa delle libertà statutarie. Furono indotti per tutta la durata del regime a non tornare in paese, e costretti a vivere in altra regione del Paese.
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