Perché il Commissario dello Stato ha falcidiato la finanziaria della
Regione Sicilia ? Lo ha fatto in quanto i conti erano truccati; detto in altri termini F A
L S I. Accanto al debito ufficiale di 5 miliardi ne esiste -in buona sostanza- un altro di quasi 15
miliardi.
Funzionari e politici mascalzoni si sono adoperati negli anni passati
a far finta che tutto fosse a posto ed invece buona parte dei residui attivi
(che hanno incidenza nella determinazione dell’avanzo) erano e sono tuttora
inesigibili, ossia inesistenti.
A Roma, dopo l’iniziativa del Commissario dello Stato, è stata individuata
una strada per il “rientro” nella legittimità e nella legalità.
Il Governo Crocetta potrà predisporre una norma che consenta la gradualità
nel recupero delle somme a copertura - con risorse interne e senza ricorrere a
un nuovo debito - dei residui attivi ritenuti inesigibili, a fronte dei quali
il Commissario dello Stato aveva bloccato spese per 570 milioni previste nella
legge di stabilità, destinandoli ad accantonamenti a copertura dei conti
truccati.
Il recupero potrà essere diluito nel corso degli anni e il governo nazionale ha
riconosciuto la possibilità di liberare le risorse del Fondo di garanzia per i
residui attivi per la Sicilia. Il tavolo tecnico sarà riconvocato con la
partecipazione, oltre che dei rappresentanti nazionali e di Regione siciliana,
anche del Commissario dello Stato.
Il Consiglio dei Ministri ha varato ieri una norma che consentirà a diverse
regioni italiane di rientrare in dieci anni dagli impasse in materia di residui
attivi a partire dal 2015. Sempre che l’U.E. non abbia a che dire che in
Italia, come in Grecia, si truccano i conti come sono soliti fare i mascalzoni del mondo.
L’Assessore Bianchi ha fatto sapere che la Regione Sicilia chiederà di
cominciare dal 2014, facendolo così diventare di 11 anni. “Questa strategia
consentirà di recuperare l’impasse di 500 milioni di euro che saranno
riassegnati in parte agli enti e ai destinatari originali - ha detto Bianchi -
ma non a tutti”.
Con questo passaggio vengono sbloccati i pagamenti, tra i quali gli
stipendi e le pensioni dei regionali diretti.
L’inchiesta del denaro pubblico distratto dai gruppi parlamentari
Sul fronte dell’inchiesta delle spese folli dei gruppi parlamentari
all’Ars, ieri è stata la volta di altri due ex capogruppo: Livio Marrocco (Fli)
e Cataldo Fiorenza (Mpa). Entrambi hanno deciso di non presentarsi davanti ai
magistrati che li avevano convocati ieri per interrogarli ed hanno quindi
deciso di avvalersi della facoltà di non rispondere.
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