Stiamo seguendo un itinerario volto a capire Che equilibrio è esistito nell'esperienza italiana fra legge, diritti e giustizia?
Nella prima fase dei governi di centro-sinistra il mondo politico conferì alla magistratura ampli poteri di intervento per sconfigere il terrorismo.
Secondo alcuni studiosi ed osservatori della vicenda repubblicana del nostro paese lo schieramento politico fu tutto unito da destra a sinistra nella lotta al terrorismo ma non lo fu più contro il terrorismo di destra e soprattutto contro la mafia. Ciò nonostante l'azione della magistratura non è mai apparsa schiacciata da parte del mondo politico. Nell'autonomia della magistratura fattore di crescita, nonostante le gravi perdite, sono stati i tanti omicidi di magistrati da parte del terrorismo (gli anni di piombo). In tutto l'Occidente nessun paese ha assistito all'assassinio di tanti magistrati quanto il nostro Paese. Gli osservatori hanno tutti colto che in un certo scorcio della Storia repubblicana mentre la Politica perdeva credibilità nelle coscienze della gente, di contro cresceva la fiducia nel corpo complessivo dell'ordine giudiziario.
Nei decenni di fine Novecento un'altro merito che alla Magistratura ha riconosciuto l'opinione pubblica è stata la demolizione a colpi di giudizi dell'intero ordinamento del periodo fascista (soprattutto in materia penale e di polizia). Lo strumento utilizzato dai singoli giudici è stato il sollevare l'eccezione di incostituzionalità dinnanzi alla Corte Costituzionale.
Vedremo nei prossimi passaggi come dalla fase storica compresa dal centro-sinistra sino alla fine degli anni Ottanta come la magistratura assolve al ruolo di "giudice dei diritti" e pure di esclusivo organo di "monopolista della legalità" dal momento che la politica progressivamente va allontanandosi da questo terreno.
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