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mercoledì 21 luglio 2021

Corleonese e strade impraticabili. Eppure ogni giorno su facebook ci viene mostrata radiosità

La chiacchierata

 A quanti compaesani capita viaggiando in automobile sul percorso Contessa Entellina-Campofiorito di chiedersi e chiedere "Perchè a fronte di tanta bellezza dell'ambiente, del clima, del contesto culturale e della Storia di questa nostra terra, noi dobbiamo vivere e transitare su strade impercorribili che cadono e franano a pezzi?".

La cartina evidenzia la
Valle del Belice
 L'amico che mi accompagna in macchina mi ha subito replicato che siamo fortunati perchè almeno, qui da noi, nel confronto con le realtà più avanzate i ponti, pur non essendo mai stati controllati da nessuno, reggono in piedi grazie allo scarso traffico. 

 Non ho replicato a quell'asserzione, anche perchè l'accompagnatore iniziò un discorso diverso ma parallelo al contesto entro cui viviamo nella nostra area. "All'interno della Sicilia, nelle nostre zone in buona parte non contaminate, se ci fosse in scena la buona politica si dovrebbe e potrebbe vivere di turismo, di visitatori e di curiosi per dodici mesi all'anno. Però ..., però...!!!" Così concluse e non volle andare avanti l'amico.

 Dopo un forte scossone per avere io preso con l'automobile una "brutta duna" del pessimo percorso, l'amico ricominciò: "Noi siciliani, probabilmente usando grande superficialità dell'arretratezza sociale, economica e culturale della nostra terra accusiamo dell'unificazione della Sicilia al resto del Paese i Savoia, i governanti post-unitari, i vari De Pretis e l'arbëresh Crispi e poi la Democrazia Cristiana, la Mafia e via dicendo. A prescindere dalle responsabilità politiche -che esistono aggiunse l'amico-  la v-e-r-i-t-à è che noi siciliani tutti abbiamo nostre responsabilità e però amiamo scaricarle su altri".

 Ormai avevamo superato Campofiorito e l'amico continuava " I giovani, come via naturale ed ovvia, scelgono di emigrare. Alcuni, pochi, scelgono di ottenere il reddito di cittadinanza e lo fanno con naturalezza. ... Pochi, pochissimi da noi, a Contessa e nella zona, scelgono di trasformarsi invece in cittadini e di esigerre ciò che la Costituzione e le leggi garantiscono. Ossia: la  dignità attraverso il lavoro!".

 Conosco da sempre l'amico  ma con tanta attenzione forse non l'avevo mai ascoltato. Mi limitai a ricordargli che è proprio il lavoro che da noi manca; fu pronto a ribattermi: "La dignità proviene dal lavoro, il lavoro che dà dignità lo devono garantire i politici ed il guaio è che la gente non sceglie veri politici, ed infatti in giro non ve ne sono, ma cugini e cugini dei cugini; i politici alla Di Martino portavano in queste zone lavoro e infrastrutture non sussidi".

Giunti a Corleone  ci salutammo.

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