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mercoledì 15 gennaio 2020

Cosa è la giustizia ? E' un fine mai raggiunto.

Rispondere sembrerebbe facile. 
Le risposte più facili potrebbero essere: 1) Comportarsi secondo le regole e le norme condivise nell'ordinamento giuridico, 2) mostrare rispetto per la dignità ed i diritti degli altri, 3) un "valore" secondo cui agiamo in verità e possibilmente in direzione della bellezza, 4) riconoscere le necessità altrui, 5) dare a qualcuno ciò che gli è dovuto secondo le intese raggiunte.

Ampio è -a primo acchitto- il ventaglio investito dal termine "giustizia".

Esiste la "giustizia sociale" perseguita dai socialisti e dai militanti a sinistra degli odierni ordinamenti parlamentari, sancita, in Italia, dall'art. 38 della Costituzine (=uguaglianza di diritti, libera espressione della personalità di ciascuno, equa ripartizione della ricchezza mediante il sistema fiscale).

Per la filosofia la "giustizia" deve puntare a mantenere armoniche le relazioni umane fra i componenti le comunità.
Per le religioni "giustizia" equivale a prefissarsi una direzione, un ordine specifico di vita.

Esistono varie altre interpretazioni del termine "giustizia", non ultima quella di lottare contro qualcuno, un assetto sociale, un ordinamento economico-giuridico ritenuto ingiusto, in favore dei "deboli". Entriamo -seguendo questa direzione- in sentieri dove ciascuno si erge a giudice su ciò che va e ciò che non va.

ll Vangelo di Matteo dice "Beati i poveri, coloro che piangono, i miti". Non arriva mai a dire "beati i giusti". Si spinge a sostenere e a lodare "coloro che hanno fame e sete di giustizia", nel senso che cercano la perfezione.

In genere la gente parla sempre di ciò che ha fatto ed ha visto in passato. E' indice di vecchiaia. Eppure perseguire la "giustizia" significa, perseguire, ciò che mai in passato è stato fatto. 
La giustizia è -in un certo senso- un fine mai raggiunto, un mai già conseguito nella vicenda umana.

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