Nei tempi andati, quando il nostro paese -Contessa Entellina- occupava nell'insieme della realtà produttiva dell'isola e precipuamente del corleonese, o forse per meglio precisare, possedeva una funzione agricola considerevole e precisa, il 17 gennaio veniva ricordato Sant’Antonio Abate, patrono degli animali. La piazza Matrice e gran parte dello Spiazzo Greco venivano riempiti di bestiame perchè dai papàs venisse impartita la benedizione.
Nella foto, il celebrante è il parrco Papàs Gassisi. I due sacerdoti sono a sx di chi osserva Papàs Nicola LoJacono, a destra Papàs Pietro LoJacono. Curiosità: nei secoli passati la grandissima maggioranza dei papàs erano in assoluto LoJacono. |
Chi scrive ha nitida memoria delle benedizioni al bestiame dell'ultima e declinante società contadina, quella degli anni cinquanta del Novecento, quando Papàs Janni Di Maggio e Papàs Gaspare Schirò impartivano la benedizione a decine e decine di mucche, asini, pecore, capre, cavalli, galline e conigli delle razze più varie e curiose fatte affluire dai garzoni e dai loro proprietari dalle stalle (presenti in ogni abitazione pre-terremto '68) e pure dalle masserie sparse sul territorio.
Oggi simili evenienze, quando si svolgono in talune località dell'isola, diventano eventi -definiti la “Giornata dell’Allevatore”- ma non mostrano sul proprio sfondo nè Chiesa, nè Papàs, nè altri religiosi. Spesso sono i politicanti dell'isola -privi di fantasie- che cercano consenso usando denaro pubblico con cui indicono manifestazioni che vorrebbero essere popolari.
Quegli -antichi ?- avvenimenti erano invece specchio di un modo reale e vero di vivere, ed allora costavano nulla all'erario pubblico.
Quegli -antichi ?- avvenimenti erano invece specchio di un modo reale e vero di vivere, ed allora costavano nulla all'erario pubblico.
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