Con una lettera inviata a Wilhelm. Fliess, un amico chirurgo, Sigmund Froid, il padre della psicanalisi il 24.01.1897, si occupa su come procede l'immaginazione popolare, dal folklore imbastito di leggende a molto oltre.
"L'interpretazione dei sogni è la via regia per la conoscenza
dell'inconscio, il fondamento più sicuro della psicoanalisi e il
campo in cui ogni praticante deve maturare il proprio convincimento e
perseguire il proprio perfezionamento".
Con queste parole Freud
definiva successivamente -nell'autunno del 1909- il valore propedeutico del suo libro
sui sogni uscito dieci anni prima e che la critica scientifica e accademica
ufficiale aveva accolto con ostilità.
Ma Freud ebbe
sempre piena coscienza che si trattava della "più valida" delle sue
scoperte, "intuizione che capita, se capita, una volta sola nella
vita".
La risonanza che quest'opera ha suscitato nel corso del Novecento gli ha dato ragione: chiunque voglia rendersi
conto di quale radicale mutamento di prospettive essa abbia prodotto
nella cultura moderna ritiene il suo libro affascinante e pure in qualche modo sconvolgente.
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